Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere molto altro. Dopo la fondazione dei gruppi parlamentari dal nome imbarazzante (Insieme per il futuro), Luigi Di Maio dovrebbe smetterla di ascoltare gli opinionisti, di leggere i commenti della Rete o di crogiolarsi sui complimenti lui riservati dai governisti draghiani uniti. Dovrebbe solo scorrere un po’ indietro la sua bacheca Facebook e rivedersi questo suo post del gennaio 2017. Un post invecchiato malissimo.
Scriveva Di Maio:
“In Italia, oltre ai furbetti del cartellino, abbiamo i voltagabbana del Parlamento. Dal 2013 ad oggi, ci sono stati 388 cambi di partito! Alcuni parlamentari hanno cambiato partito anche 6 volte negli ultimi 4 anni.
Pensate che la terza forza politica del Senato e della Camera è il gruppo misto.
Alla Camera siamo partiti all’inizio della legislatura con meno di 10 gruppi ed oggi siamo ad oltre 18, la maggior parte di questi, non era neanche sulla scheda elettorale nel 2013.
Un vero mercato delle vacche. Per il MoVimento 5 Stelle, se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dai suoi elettori, si dimette e lascia il posto a un altro, come accade ad esempio in Portogallo.
Ma anche per consuetudine nella civilissima Gran Bretagna.
In Italia, invece, se ne fregano: una volta che sono in Parlamento gli elettori non contano più, quello che conta è la poltrona, il megastipendio e il desiderio di potere. Molti governi si sono tenuti in piedi e hanno fatto approvare le peggiori porcate, proprio grazie ai voltagabbana.
Da Monti a Letta, da Renzi fino a Gentiloni, le leggi più vergognose della storia della repubblica si sono votate grazie ai traditori del mandato elettorale.
Il MoVimento 5 Stelle per evitare tutto questo vuole che si rispetti il voto dei cittadini. Noi abbiamo applicato su di noi una regola chiara, senza aspettare un obbligo di legge: chi non vuole più stare nel MoVimento va a casa, se non lo fa tradisce gli elettori e causa un danno che deve essere risarcito. È semplice.
Chiamatelo come volete: vincolo di mandato, serietà istituzionale, rispetto della volontà popolare.
A nessuno è negato il diritto di cambiare idea, ma se lo fai torni a casa e ti fai rieleggere. Come al solito il M5s non ha aspettato una legge per cambiare il modo di fare politica. Anche i partiti facciano come noi”.
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