La metamorfosi è compiuta: il Grillo ha raggiunto il suo stadio definitivo. Anche l’ultimo insormontabile tabù è infatti definitivamente crollato per effetto della bomba sganciata dall’ex ministro pentastellato Stefano Patuanelli, il quale, udite udite, ha chiesto senza neanche troppi giri di parole la reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti. Ebbene si. Avete letto bene. Il Movimento anticasta per eccellenza, quegli stessi duri e puri che ambivano ad “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”, dopo aver rinnegato nel corso della precedente legislatura tutti i propri valori fondativi, compiono l’ultima spericolata giravolta. Un salto degno di un vero grillo quello dell’attuale capogruppo al Senato, che ormai sembra essersi convinto che quella del finanziamento pubblico sia l’unica via percorribile per il suo Movimento.
Perché “le iniziative politiche costano, ma sono indispensabili per comunicare con gli elettori”. Perché “bisogna garantire la vita dei partiti che rappresentano un presidio democratico e un argine alla politica di censo”. Dopo anni di onorata carriera politica, dunque, il buon Patuanelli si è finalmente reso conto che la politica ha dei costi, e che i partiti per poter vivere ed operare hanno bisogno di soldi, tanti soldi. La scoperta dell’acqua calda, insomma.
E quindi via libera al ritorno del finanziamento pubblico ai partiti, con la richiesta che incredibilmente proviene proprio da un autorevole esponente di quel Movimento che mai volle essere considerato partito. Uno strano gioco del destino. O forse la dirompente forza del dio denaro che supera ogni ostacolo ideologico e abbatte ogni barriera. O più semplicemente un nuovo approccio alla realtà da parte di un movimento in continua evoluzione che dopo varie metamorfosi si accinge irreversibilmente a diventar partito. Chissà.
Magari il motivo della conversione sarà proprio “l’esperienza” di cui parla Patuanelli. Sta di fatto che l’anticasta è definivamente divenuta supercasta passando per lo stadio intermedio di casta. La supercasta di coloro che in principio furono casti, ma che ora chiedono a gran voce allo Stato di riaprire i rubinetti e finanziare il loro Movimento proponendo finanche il modello da seguire per l’elargizione dei denari: quello del Parlamento europeo. Chi lo avrebbe mai detto!
Così, il ragionamento di Patuanelli (ad onor del vero molto realista) finisce col demolire l’ultimo caposaldo della cultura pentastellata e a spazzar via definitivamente anni di invettive e proclami sui quali Grillo e dei suoi adepti hanno costruito le loro fortune politiche. Il passaggio alla stadio finale è compiuto: il Movimento s’è convertito in partito. Con buona pace di un imbarazzato Giuseppe Conte, che maldestramente continua a puntualizzare che quella di Patuanelli altro non è che una mera “opinione personale”.
Salvatore Di Bartolo, 23 luglio 2022