I fan di Donald Trump si fregano le mani. Chi sperava che Nikki Haley facesse il miracolo deve rassegnarsi all’ineluttabile: il tycoon sarà il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Le primarie svoltesi ieri in South Carolina non hanno un grande peso in termini assoluti (50 delegati), ma simbolicamente valgono tanto da poter considerare le ambizioni della Haley finite.
Il South Carolina è infatti lo stato dove Nikki Haley è nata, cresciuta, e diventata governatrice. Inoltre, è uno degli stati dove vige la regola delle “Open Primaries”, ovvero, tutti possono partecipare al voto, anche i non iscritti ed i non registrati al partito repubblicano. Quelli che pensavano che lo spauracchio di Trump portasse i democratici ad intrufolarsi alle primarie repubblicane e votare in massa la Haley (ed era un’eventualità che lo stesso Trump temeva) sono stati delusi. Il voto si è concluso con il 60% di preferenze per il Tycoon, la Haley è riuscita a conquistare le contee più popolose e cittadine, confermando la tendenza già chiara nelle votazioni precedenti. In serata, lei ha dichiarato che non si arrenderà, e continuerà a lottare. Ancora per poco.
Il Super Tuesday, il giorno in cui si voterà per 15 stati ed un totale di 865 delegati, è tra appena 10 giorni, e Trump domina i sondaggi. La Haley vuole sicuramente mostrare la sua determinazione, forse un investimento per le prossime presidenziali. Trump ha fatto il suo discorso preannunciando la vittoria al Super Tuesday del 4 marzo.
Nel frattempo, indiscrezioni parlano del progetto di Trump di riformare la struttura dell’RNC (comitato nazionale Repubblicano), così da avere maggiore presa sul partito. I membri del comitato non hanno accolto la notizia con entusiasmo, e circolano già due risoluzioni che, se approvate dai membri, intralcerebbero the Donald nel perseguimento del suo obiettivo.
Un pezzo grosso del partito come Mike Pence ha lanciato in questi giorni una campagna per ristabilire i princìpi conservatori del GOP, ed ha ricordato il suo viaggio in Ucraina nella scorsa estate. Le sparate di Trump contro la NATO non piacciono all’ala più tradizionale del partito. Tutto ciò unito al fatto che Bret Baier, giornalista di punta di Fox News, sia volato questa settimana in Ucraina ad intervistare Zelensky è un messaggio chiaro a Trump da parte dell’estabilishment repubblicano: se tenterai le tue politiche isolazioniste noi non te lo faremo fare.
Pietro Molteni, 25 febbraio 2024
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