“Mi ha tolto il posto”. Un’atleta paralimpica si ribella al trans italiano

Valentina Petrillo (già campionessa nelle categorie maschili) sotto accusa in Spagna per la sua partecipazione alle Paralimpiadi

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Petrillo

È un po’ strano il silenzio che ruota attorno a Valentina Petrillo, la prima atleta italiana transessuale a prendere parte ai Giochi Paralimpici. Certo, la stampa ne parla, anche se non con l’attenzione profusa verso Imane Khelif. La politica invece tace, nell’unico caso in cui – probabilmente – contestare la presenza di un uomo-diventato-donna nella categoria femminile sarebbe stato sacrosanto. Ne sanno qualcosa le atlete che, per colpa di Valentina, si sono viste soffiare record e medaglie nelle diverse competizioni e quelle che non parteciperanno alle Paralimpiadi vedendo svanire il loro sogno a cinque cerchi.

Petrillo ha 50 anni, è nata uomo, ha un figlio e ha vinto 11 titoli nazionali quando era ancora un maschio. Poi, nel 2019, la transizione verso un corpo femminile e il desiderio di continuare a correre. Sogno che si avvera con la convocazione da parte del Comitato Paralimpico Italiano per Parigi2024: Vantina sarà la prima transessuale a gareggiare in una competizione di tale livello nella categoria T12 per ipovedenti nelle gare dei 200 e 400 metri.

La sua presenza, tuttavia, non è stata accolta con unanime approvazione, sollevando questioni delicate relative a equità e inclusione. Il caso di Melani Berges, atleta spagnola, è emblematico: Berges non sarà a Parigi proprio perché la sua corsa verso le Paralimpiadi è stata ostacolata dalla qualificazione di Petrill. L’atleta catalano ha concluso a otto centesimi di secondo da Petrillo nella finale dei 200 metri della categoria T12 dei Campionati del Mondo.

Irene Aguiar, esperta in diritto sportivo, critica apertamente la decisione di permettere a Petrillo di competere, ponendo l’accento sulla questione della giustizia verso gli altri atleti. “La nostra atleta spagnola Melani Berges ha perso la possibilità di qualificarsi per le Paralimpiadi. Il motivo è la partecipazione dell’uomo Fabrizio ‘Valentina’ Petrillo, che è arrivato in finale al suo posto. Questo è ingiusto”, ha spiegato alla Bild.

Piccolo particolare: Petrillo è riuscita ad arrivare prima di Berges nonostante quest’ultima abbia 20 anni di meno. Lo scienziato dello sport, Ross Tucker, alla Bbc ha ribadito che le persone nate maschio conservano dei vantaggi anche dopo la transizione e la riduzione del testosterone. La terapia ormonale, in sintesi, porta ad una leggera riduzione del testosterone e dei livelli di prestazione, ma non all’eliminazione di tutti i benefici (forza e muscolatura) acquisiti durante la pubertà maschile.

Queste polemiche non rimangono confinate all’ambito nazionale, ma trovano eco nella rete di associazioni e organizzazioni internazionali, dove quaranta organizzazioni femministe hanno manifestato il loro disaccordo rispetto alla scelta di includere Petrillo nelle categorie femminili delle competizioni paralimpiche. Alliance Against the Erasure of Women in un comunicato ha scritto: “Diverse associazioni femminili, consorzi e ONG nazionali e internazionali si sono rivolte al Comitato Paralimpico Spagnolo per contestare il posto di Petrillo, sostenendo che aveva gareggiato con un vantaggio in una categoria che non corrispondeva alla sua, e per rivendicare quel posto per l’atleta spagnolo Berges”. Già nel 2021 più di 30 atlete avevano firmato una petizione al Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera e ai Ministeri delle Pari Opportunità e dello Sport contro la partecipazione di Petrillo alle competizioni femminili.

La partecipazione di Petrillo ai Giochi è resa possibile dalle normative della World Para Athletics che, in linea con le direttive del Comitato Olimpico Internazionale, permettono agli atleti transgender di gareggiare secondo il genere a cui appartengono legalmente. Questo approccio si distingue nettamente dalla posizione adottata da World Athletics, che ha precluso agli atleti transgender l’accesso alle competizioni femminili per salvaguardarne l’equità.

Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, ha espresso la volontà di accogliere Petrillo come qualsiasi altro atleta, pur auspicando una maggiore coerenza tra le varie federazioni per gestire con equità e rispetto la questione degli atleti transgender. “Per il momento – ha detto – le regole della World Para Athletics consentono a Petrillo di competere, quindi sarà benvenuta come qualsiasi altro atleta. Penso che sia giusto che trattiamo gli atleti transgender con rispetto. Ma penso che la scienza dovrebbe darci la risposta perché vogliamo anche essere giusti con gli altri atleti nel campo di gioco. È una domanda molto difficile. E quello che vorrei vedere in futuro è che l’intero sport abbia una posizione unita al riguardo”. Petrillo certo rispetta le regole, ma forse – come abbiamo già detto – il problema sono le regole stesse.

Valentina Petrillo, dal canto suo, non fa passi indietro. E sarà in pista.

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