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Mi prenda un Golfo! Quanti nemici per Di Maio: “Non merita uno stage”

Un’interrogazione congiunta di tre eurodeputati del centrosinistra puntella l’Ue sulla candidatura di Di Maio ad inviato speciale

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Non è servito ricoprire la carica di ministro degli Esteri per tre anni e avere la benedizione di Mario Draghi: Luigi Di Maio, secondo alcuni eurodeputati di Bruxelles, avrebbe “a malapena i titoli per uno stage”. La sberla arriva direttamente dall’interrogazione presentata da tre parlamentari, Piernicola Pedicini, Ignazio Corrao e Rosa D’Amato (i primi due di Verdi-Alleanza Libera Europea, la terza del Movimento 5 Stelle), che hanno chiesto su quali basi dovrebbe essere giustificata la candidatura dell’ex pentastellato a rappresentare l’Ue “in un’area strategica come quella del Golfo Persico”.

Nelle settimane scorse, la possibile nomina di Di Maio ad inviato speciale aveva fatto infuocare anche le forze di centrodestra, specificando come l’idea di una candidatura dell’ex leader del M5s non derivasse da una scelta dell’attuale esecutivo, ma proprio da una decisione dell’ex premier Mario Draghi. L’ex numero uno della Bce, infatti, avrebbe suggerito il nome di Di Maio direttamente a Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha aperto la procedura a fine settembre, quando il governo tecnico italiano era caduto già da due mesi. La scelta della possibile nomina di Giggino, quindi, è arrivata dopo l’esito elettorale del 25 settembre, quando Impegno Civico non raggiunse neanche la soglia dell’uno per cento (0,6 per cento e dimissioni dalla segreteria di partito dopo pochissimi giorni).

Per approfondire:

  1. Di Maio nel Golfo, può saltare? La smentita di Cingolani
  2. Di Maio prende un Golfo di sberle: “Cosa è, uno scherzo?”
  3. La manina segreta di Draghi per spingere Di Maio in Ue

Tornando a noi, l’interrogazione dei tre eurodeputati è stata indirizzata al Consiglio nella giornata di ieri. Borrell se ne è lavato completamente le mani, ma l’invito dei parlamentari a fornire spiegazioni è stato apprezzato da una cospicua frangia del centrosinistra, tra cui i gruppi parlamentari di Verdi, Socialisti, Liberali ed il gruppo misto.

Le parole dei tre proponenti sono di fuoco: “Nome sprovvisto di credibilità, titolo di studio e competenze specifiche”. Ancora: “Un patto da Prima Repubblica. Sarebbe l’esempio peggiore, l’ennesimo, che può dare il nostro Paese agli occhi del mondo intero. Oltre che a quelli di tantissimi ragazzi che credono nella meritocrazia e, per questo, fanno sacrifici enormi per maturare una formazione adeguata, con la speranza di avere successo nel mercato del lavoro”, conclude la nota congiunta dei tre eurodeputati.

Non è difficile pensare che anche l’area del centrodestra europeo possa schierarsi unitamente all’interrogazione dei tre parlamentari. L’ultima parola spetterà sempre a Borrell, ma la poltrona (quasi assicurata) di Di Maio rischia veramente di saltare.

Matteo Milanesi, 6 dicembre 2022