“Mi sono rotto i cogli***!”. Giordano sbotta sul green pass

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Scoppiettante diretta Instagram con Mario Giordano sul green pass. Al centro del dibattito c’è, ovviamente, la questione delle proteste dei portuali di Trieste bistrattati dalla sinistra. “Per 50 anni mi sono sentito raccontare della sacralità dello sciopero – dice Giordano – abbiamo visto scioperi al venerdì dei mezzi pubblici a iosa e non si poteva dire niente perché ‘lo sciopero è sacro’. Adesso, invece, ho sentito dire che lo sciopero è diventato un ricatto. Un ricatto! Tutti i soloni della sinistra hanno definito lo sciopero un ricatto”.

Lo sciopero dei portuali

Per non parlare del trattamento subito dai manifestanti. Li hanno definiti a vario titolo “mentecatti”, “mentitori”, “minorati”. “Li invitavano per insultarli – insiste Giordano – Io credo che i puntuali di Trieste, a cui va tutto il mio affetto e la mia stima, vadano rispettati. Uno può anche non essere d’accordo con loro, ma vanno rispettati. Queste sono persone che stanno rinunciando a giorni di stipendio, hanno fatto una manifestazione pacifica, hanno permesso a chi voleva di entrare a lavorare, hanno cacciato via tutti i violenti, hanno protestato per un principio”. Quale? Il punto, dice il conduttore, non è “come le ho sentito chiedere mille volte alla Gruber e anche da conduttrici delle nostre tv”, il fatto che i portuali non vogliano entrare con il badge. “No, non è quello il problema – spiega Giordano – A loro dà fastidio che ci sia un lavoratore discriminato per una scelta che non è illegale. E io mi sono rotto i coglioni di continuare a sentirvi fare il paragone con gli evasori fiscali”.

Gli evasori, Giordano e il green pass

Un paragone fatto da Enrico Letta, secondo cui garantire il tampone gratuito ai non vaccinati sarebbe come concedere un condono fiscale agli evasori. “Ti rendi conto della stronzata che è? Una stronzata! – si infervora Giordano – Perché se tu mi metti l’obbligo vaccinale, allora io evado l’obbligo e sono nel torto. Ma fino a quando tu Stato mi dai una possibilità di scelta, mi dici che posso scegliere se vaccinarmi o meno, se poi mi discrimini col green pass non va bene. Io ho fatto la mia scelta personale: è una cosa di una gravità pazzesca. Pazzesca! Cioè tu discrimini sul posto di lavoro uno in base a una sua scelta legata alla salute. Ma io non lo so che cazzo ci vuole per capire che è un orrore”.

Anche perché a protestare per questa ingiusta discriminazione sono anche persone vaccinatissime. Come Stefano Puzzer, il capo dei portuali triestini. Che però, pur siringato, porta avanti una lotta di principio. Spiega Giordano: “Lui dice: ma io entro al lavoro e uno che ha fatto una scelta diversa dalla mia invece lo lasci fuori e lo discrimini? È una follia”.

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