“Vi sono vicino”. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha manifestato solidarietà a Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, la docente-attivista di estrema sinistra detenuta da oltre un anno in Ungheria. Il genitore della trentanovenne aveva mandato una lettera al Quirinale per chiedere aiuto, il capo dello Stato ieri mattina si è fatto subito sentire: “Ha ribadito la sua vicinanza personale a me e alla famiglia e mi ha garantito il suo personale interessamento al caso. Lo ringrazio per la solerzia con cui mi ha risposto in meno di 24 ore e soprattutto per la sensibilità e la vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia”, la testimonianza di Salis.
“Speravo fossero giorni diversi”, uno dei passaggi della chiacchierata tra Mattarella e il padre di Ilaria Salis. La donna è accusata di aver aggredito violentemente tre militanti di estrema destra in quel di Budapest e giovedì è stata respinta la richiesta dei domiciliari. Il padre ha ringraziato il presidente della Repubblica, sottolineando che con la sua missiva voleva porre l’accento sulla disparità di trattamento tra due cittadini italiani. Il riferimento è a Gabriele Marchesi, il giovane imputato in Ungheria per gli stessi reati di Ilaria: sempre giovedì, la Corte d’Appello di Milano ha respinto per lui la richiesta di estradizione da parte di Budapest sottolineando il rischio di una detenzione che non rispetti i diritti inviolabili della persona.
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Mattarella ha risposto al padre della Salis che si tratta della differenza tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei, e il loro sistema e che questa disparità colpisce la nostra pubblica opinione. Ma c’è un’altra disparità che non può passare inosservata. Con tutto il rispetto per il Colle, ma perchè l’attivista di estrema sinistra è così speciale? A poche ore dalla lettera, il padre ha avuto la possibilità di dialogare con il capo del Quirinale. Ma la Salis non è l’unica italiana detenuta all’estero, anzi. In base ai recenti dati forniti dall’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria, gli italiani detenuti all’estero sono 2.663. Possiamo sbagliare – siamo pronti a chiedere scusa – ma le altre 2.662 famiglie hanno ricevuto chiamate da Mattarella?
Il 35 per cento di italiani detenuti all’estero è in attesa di giudizio, con sentenze non definitive o in attesa di estradizione in Stati dove le organizzazioni umanitarie denunciano da anni le pessime condizioni di vita carcerarie. I reati sono molto diversi tra di loro, si va dalla droga alle lesioni. Ma solo Ilaria Salis ha attirato l’interesse di Mattarella. Nemmeno una parola su Chico Forti, la cui storia la conoscono tutti. Stesso discorso per Filippo Mosca, da quasi un anno trattenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi per traffico internazionale di stupefacenti. Non pensiamo che siano casi molto diversi da quello della Salis, figurarsi meno importanti. Forse il dibattito mediatico ha avuto un ruolo? Chissà. Si è parlato anche del clamoroso errore giudiziario con vittima Beniamino Zuncheddu – 33 anni in carcere da innocente – ma nemmeno lui ha avuto l’onore di parlare con il Quirinale…
Massimo Balsamo, 31 marzo 2024
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