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Migranti, accesso i cellulari e limiti alle Ong: cosa c’è nel decreto flussi

Punto per punto le decisioni prese dal governo Meloni per la gestione degli ingressi dei lavoratori stranieri

4 di 12 Nuove norme per evitare truffe

Il decreto ha stabilito:

  1. obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione da parte del datore di lavoro, prima del rilascio del visto di ingresso al lavoratore straniero;
  2. obbligo di elezione di domicilio digitale per il datore di lavoro, e digitalizzazione della procedura anche per ciò che attiene alla sottoscrizione e invio del contratto di soggiorno, abolendo la necessità per il datore e il lavoratore di presentarsi a tal fine presso lo sportello unico per l’immigrazione;
  3. inibizione al sistema per i successivi tre anni dei datori di lavoro che, per causa a sé imputabile, non provvedono alla stipula del contratto di lavoro dopo l‘ingresso dello straniero o che utilizzano lavoratori senza contratto;
  4. limite al numero di domande attivabili dal datore di lavoro in proporzione a fatturato, numero di addetti e settore di attività;

“Con questo decreto legge – ha spiegato Mantovano – abbiamo affrontato il seguente problema: oltre che far entrare regolarmente attraverso una procedura seria, far sì che chi entra regolarmente poi lavori regolarmente”. I dati in fondo parlano chiaro. “Quando nell’ultimo anno, su poco più di 80.000 ingressi regolari soltanto per la Regione Campania, i contratti di lavoro sono stati il 2,7%, questo problema è grosso come una casa”.

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