Politica

Migranti, centri in Albania operativi tra 7 giorni: il piano del governo

Le strutture sotto la giurisdizione italiana, compresi l’hotspot di Shengjin e il Cpr di Gjader, sono state consegnate

italia albania migranti © Oleksandr Filon tramite Canva.com

Il progetto Albania prende forma. Ieri è infatti terminata la realizzazione dei centri per migranti al centro dell’accordo messo a punto da Tirana e Roma. Il sito di Gjader è stato consegnato mercoledì per i collaudi, mentre l’hotspot di Schengjin era già pronto. Entro la prossima settimana i due centri saranno operativi e potranno accogliere i primi migranti.

Il conto alla rovescia è iniziato: superate le ultime difficoltà – i lavori di urbanizzazione nel sito di Gjader si sono rivelati più critici del previsto – le strutture saranno in grado di accogliere i primi stranieri da sottoporre alle procedure accelerate di frontiera. Ricordiamo che in base all’intesa firmata dai due premier, Giorgia Meloni ed Edi Rama, saranno ospitati in Albania i migranti maschi, non vulnerabili e provenienti da Paesi sicuri e che si punta a rimpatriare velocemente dopo l’esame della domanda di asilo.

Entrando nel dettaglio del progetto, al porto di Schengjin è stato realizzato l’hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi in mare dalle navi italiane: terminata la rilevazione delle generalità, saranno trasportati a Gjader. Qui, ex sito dell’Aeronautica albanese, sono state realizzate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti). I lavori per ripristinare l’area degradata sono stati particolarmente complessi – basti pensare all’attivazione delle reti idrica e fognaria – ma sono giunti al termine, con la presenza di muri di cinta, telecamere lungo il perimetro, un dispositivo di sicurezza all’interno. Nella struttura vige la giurisdizione italiana e le forze di polizia italiane garantiranno l’ordine.

Ma non è tutto. In base a quanto previsto dagli accordi, nei centri realizzati in Albania sarà presente anche il personale dell’Unhcr, con il compito di monitorare e certificare il rispetto dei diritti dei rifugiati. Per quanto concerne i tempi, le domande di asilo verranno processate nel giro di quattro settimane. I costi? 670 milioni di euro per i cinque anni previsti dal protocollo, destinati a salire almeno a 850 per vari costi di gestione. Come evidenziato dall’Ansa, c’è un punto a rischio in questo piano e riguarda i collegamenti in videoconferenza col tribunale di Roma per le udienze di convalida del trattenimento: fino ad oggi i magistrati hanno convalidato solo una piccola parte dei provvedimenti di trattenimento emesse dai questori. Ma da Palazzo Chigi filtra fiducia sulla possibilità di processare le domande di asilo sotto la giurisdizione italiana ma in un Paese terzo.

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La priorità dell’intesa tra Italia e Albania è la deterrenza, poiché i migranti potrebbero pensarci due volte prima di intraprendere il viaggio della speranza per poi rischiare di finire in un centro albanese. Una cosa è certa: il progetto della Meloni sta raccogliendo grande consenso all’interno dell’Unione europea ma non solo. Dalla Germania alla Gran Bretagna laburista, diversi governi hanno ammesso di essere pronti a copiare lo schema Italia-Albania per la gestione dei flussi migratori. A maggio, quattordici Paesi Ue su ventisette avevano chiesto di adottare il modello per affrontare l’emergenza immigrazione in una lettera indirizzata alla commissaria Ue agli Affari Interni e alle Migrazioni, Ylva Johansson.

L’ultimo plauso all’azione italiana è arrivato dalla Svezia. Presente in Lussemburgo per la riunione del Consiglio affari interni, il ministro per le Migrazioni Johan Forssell ha spiegato che sulle “soluzioni innovative” per la gestione dell’immigrazione “non c’è ancora una proposta concreta, ma è possibile guardare ad esempio all’accordo tra Albania e Italia. Quello di cui abbiamo bisogno ora è avere più dettagli, la scelta della sede è un aspetto ma ce ne sono altri”. Un piano che piace a tutti, tranne alla sinistra nostrana. Forse per Elly e compagni è arrivato il momento di porsi qualche domanda…

Franco Lodige, 11 ottobre 2024

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