Che il governo abbia deciso di trasferire il consiglio dei ministri a Cutro è una scelta che questa Zuppa non ha ben capito. Che motivo c’è? Tuttavia, a Crotone Meloni&co. approveranno il nuovo decreto sull’immigrazione, una mossa per dimostrare che l’esecutivo di centrodestra sul tema migranti non fa passi indietro: lotta ai trafficanti, approdi legali, difesa dei confini.
Al netto dei dissidi tra Meloni e Salvini, che già ieri pensava a un modello Sunak e vorrebbe ripristinare i suoi decreti del 2018, la bozza di decreto contiene delle novità che vale la pena analizzare.
- Decreto flussi. ll decreto flussi diventerà triennale (2023-2025), cioè il governo deciderà – in base alle richieste dell’economia italiana – quanti migranti potranno entrare legalmente nel Belpaese per lavorare. Come abbiamo spiegato, la mancanza di lavoratori stagionali nulla c’entra con gli sbarchi: alle aziende italiane serve personale specializzato, che approdi legalmente, e che dunque possa essere messo sotto contratto. L’altra novità è che quote preferenziali saranno assegnate ai lavoratori di Paesi che, “anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari “. Non solo. Una priorità verrà data ai datori agricoli che hanno già presentato una domanda: “I datori di lavoro che hanno presentato regolare domanda per l’assegnazione di lavoratori agricoli e che non sono risultati assegnatari di tutta o di parte della manodopera oggetto della domanda, possono ottenere, sulla base di quanto previsto dai successivi decreti sui flussi emanati nel corso del triennio, l’assegnazione dei lavoratori richiesti con priorità rispetto ai nuovi richiedenti, nei limiti della quota assegnata al settore agricolo”. All’articolo 2 il decreto prevede anche la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro.
- La lotta ai trafficanti. La bozza prevede il carcere fino a 30 anni per quei trafficanti o scafisti che causano la morta di una o più persone durante una traversata. “Chiunque promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato” quando “il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone. Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni”. Più in generale, per chi tenta un business trafficando vite umane sui nostri mari le pene passano dagli attuali ‘da uno a cinque anni’ ai ‘da due a sei anni’. Se poi il traffico riguarda un gruppo di 5 o più migranti si arriva da ‘sei fino a sedici anni’ di carcere. Restano invece invariate le multe fa 15 mila euro per ogni migrante fatto salire illegalmente a bordo.
- Difesa dei confini. Il decreto prevede il “potenziamento della sorveglianza marittima” e sarà in capo alla Marina Militare che “definisce e aggiorna la situazione marittima nazionale da condividere in ambito intergovernativo, anche mediante l’aggregazione integrata delle informazioni acquisite dalle amministrazioni statali che esercitano competenze in materia marittima. Per tali finalità si avvale del Dispositivo integrato interministeriale di sorveglianza marittima, quale supporto tecnologico di connessione dei sistemi in uso dalle citate amministrazioni, costituito presso il Comando in capo della squadra navale”. L’attività di controllo, compatibilmente con i compiti militari, sarà affidata anche “”ai comandanti delle navi da guerra al di fuori delle acque territoriali e dell’area di mare internazionalmente definita come zona contigua”.
- Potenziati i Cpr. Per aumentare i rimpatri dei clandestini, la bozza prevede all’articolo 9 il potenziamento delle strutture per i rimpatri la cui realizzazione potrà essere effettuata “effettuata, fino al 31 dicembre 2025, anche in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea”.
- La norma sulle coop dell’accoglienza. Dopo lo “scandalo della famiglia Soumahoro“, secondo alcune fonte citate ieri dall’Andkronos e confermate stamattina dalla bozza, ci sono all’interno del decreto anche delle norme “per introdurre maggiori controlli sul fronte dell’accoglienza, per evitare speculazioni e raggiri sulla pelle dei migranti“. Nella bozza si prevede che “qualora ricorra un grave inadempimento degli obblighi previsti” con “l’immediata cessazione dell’esecuzione del contratto”, il prefetto possa procedere a nominare “uno o più commissari per la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa”. Alcuni giornali, tra cui la Stampa, la hanno già battezzata norma “anti-Soumahoro”
La speranza del governo è che le nuove norme possano fermare il fenomeno degli sbarchi e magari le tragedie in mare. Intanto, però, gli approdi continuano a migliaia. In 24 sono arrivate 1355 persone e l’hotspot di Lampedusa è quasi al collasso.