Politica

Migranti e modello Albania, la carica dei Paesi Ue: chi sta con Meloni

Da Scholz in Germania a Starmer in Uk, fino ai premier di Danimarca e Olanda. Tutti a prendere la strada tracciata dall’Italia sull’immigrazione

© Yaroslav Danylchenko tramite Canva.com

Dalla Germania all’Olanda, dalla Danimarca alla Svezia, dalla Lituania all’Inghilterra, passando poi dalla Francia per arrivare sino alla Grecia. Il cotanto bistrattato modello Meloni sull’immigrazione continua ad incassare il gradimento dei principali partner europei. A cominciare dai primi ministri socialisti Olaf Scholz e Keir Starmer, che già in più occasioni si sono espressi favorevolmente sulla bontà dell’accordo italo-albanese, ammettendo pubblicamente di guardare con grande interesse alla ricetta italica pensata dall’esecutivo di centrodestra per contrastare il traffico di esseri umani e prevenire i flussi migratori irregolari.

Anzi, la posizione assunta nelle ultime ore dal cancelliere federale tedesco sembrerebbe essere ben più drastica di quella contemplata dal modello di accoglienza italiano. “L’anno scorso abbiamo avuto più di 300mila arrivi irregolari. Assorbire ‘pochissime gocce’ non rappresenta la soluzione per un grande Paese come la Germania. L’Ue ha bisogno di espulsioni conformi al diritto europeo“, fa sapere Scholz al suo arrivo al Consiglio europeo. Come a dire: il modello italiano è troppo morbido, piuttosto che pensare ad accoglierli, puntiamo direttamente ad espellerli.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Giorgia Meloni si trovano invece il premier danese Mette Friedriksen e quello olandese Dick Schoof, che insieme alla leader di Fdi hanno promosso una riunione informale con gli omologhi di Austria, Cipro, Grecia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, interessati al dossier migratorio e alla possibilità di ricercare anche per i loro paesi delle soluzioni innovative sulla falsariga di quella attuata in Italia dall’esecutivo di centrodestra. Secondo un’accreditata fonte diplomatica europea, nel corso dell’incontro in questione, a cui avrebbe preso parte anche Ursula von der Leyen, si sarebbe discusso dell’eventualità di creare in Uganda un hub in cui i richiedenti asilo dell’Africa subsahariana privi dei requisiti d’accesso possano essere traferiti prima di essere rimpatriati nei rispettivi Paesi di origine. La soluzione ugandese sarebbe stata proposta dall’Olanda, mentre Copenaghen, dal canto suo, avrebbe caldeggiato la possibilità di siglare degli accordi di esternalizzazione dei flussi con il Kosovo.

A prescindere dal paese con cui sottoscrivere tali protocolli, i leader europei presenti alla riunione avrebbero manifestato alla presidente della Commissione Ue l’impellente necessità di trovare delle soluzioni urgenti per una gestione comunitaria delle politiche migratorie, incontrando il favore di Ursula von der Leyen. Lo stesso Partito Popolare europeo del resto, principale forza di maggioranza a Bruxelles, nella dichiarazione conclusiva del pre-vertice europeo ha chiesto espressamente di trarre lezioni dal modello italo-albanese e trovare soluzioni idonee ad alleggerire la pressione sui sistemi di accoglienza dei Paesi membri che comprendano la creazione di appositi hub di transito e rimpatrio.

L’invito a seguire l’esempio italico arriva anche da Parigi, che, per bocca del portavoce del governo Maud Bregeon, annuncia la volontà del ministero dell’Interno francese di trasferire fuori dai confini Ue i richiedenti asilo attraverso la stipula di appositi accordi simili a quelli sottoscritti da Italia e Albania. Insomma, da destra a sinistra i principali partiti e leader europei spingono sull’acceleratore per replicare su scala comunitaria il modello italiano ed attuare un piano europeo che preveda l’esternalizzazione dei flussi migratori e il fermo contrasto al traffico di esseri umani. Meloni promossa dunque a pieni voti. Con buona pace di quella sinistra nostrana ormai isolata a Bruxelles e mollata sull’altare dai suoi stessi alleati europei.

Salvatore Di Bartolo, 17 ottobre 2024

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