Politica

Migranti, Germania schizofrenica: cosa c’è dietro la lite con l’Italia

Berlino blinda il Paese, Tajani e Crosetto attaccano la Germania sulla questione migranti, Ong e controllo ai confini

scholz migranti

Non sembrano voler terminare le tensioni tra Germania e Italia. A scaldare gli animi, ancora una volta, è il tema migranti, dopo gli attacchi delle settimane scorse, quando Berlino dichiarò di essere intenzionata a continuare a finanziare le Ong, dietro però lo progressiva chiusura dei propri confini. Questa volta, a tirare un doppio schiaffo al cancelliere Scholz, sono stati i ministri rispettivamente degli Esteri e della Difesa italiani, Antonio Tajani e Guido Crosetto.

Scontro Italia-Germania

Da una parte, il leader di Forza Italia ha alimentato l’opzione “campagna elettorale”, visto che il prossimo 8 ottobre si andrà a votare in Assia e Baviera. In questo contesto, il governo tedesco non ha poche difficoltà da superare, visto anche l’incremento della destra radicale nei sondaggi. “In Germania sono in campagna elettorale, però c’è un problema importante da risolvere. Noi vorremmo capire qual è la posizione tedesca, non è chiaro quello che dicono”, ha commentato Tajani, che poi ha concluso: “Valuteremo, vedremo: i migranti che vogliono andare in Germania non è che li devono mandare in Italia”.

Dall’altra, l’attacco più duro è arrivato da Crosetto, che ha rispolverato l’assist tedesco alle organizzazioni non governative: “Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale”.

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Caos migranti

Insomma, la tensioni tra Roma e Berlino non sono tutt’altro che sopite, nonostante il passo in avanti fatto dalla Germania nello scorso Consiglio dell’Ue, quando diede il proprio via libera (dopo una forte opposizione) al nuovo testo per la redistribuzione dei migranti nei 27 Paesi membri. Il tutto, poi, bloccato dalla posizione attendista dell’Italia, la quale ha dichiarato di voler prendere più tempo per valutare l’efficacia reale del compromesso raggiunto in sede europea.

Una polarizzazione che, per l’ennesima volta, ha delineato le due grandi visioni comunitarie presenti nelle stanze di Bruxelles. Da una parte, la linea più rigorosa (capeggiata in particolare dalla Polonia), la quale non vorrebbe apporre alcun vincolo di redistribuzione nell’accoglienza dei profughi che arrivano dalle coste dell’Europa meridionale; dall’altra, invece, la volontà di imporre obblighi di redistribuzione, un orientamento portato avanti soprattutto da Italia, Grecia e Spagna.

In mezzo, la Germania di Scholz. Prima ostile alle esigenze italiane, poi vicina ad accogliere il compromesso in Ue, ma successivamente ritornata ancora all’attacco di Palazzo Chigi. Una politica letteralmente schizofrenica, quella di Berlino, che negli ultimi giorni ha presentato nuove cicatrici all’interno del governo, messe alla luce pure dagli screzi tra il cancelliere Scholz e la verde Baerbock, il ministro degli Esteri tedesco, che da sempre puntella Berlino nell’intraprendere una linea maggiormente progressista rispetto a quella attuale. Ed è proprio quest’ultima ad essere la grande sconfitta della decisione di Berlino di togliere il veto che ha bloccato per mesi a Bruxelles il nuovo regolamento di crisi, accettando che gli Stati membri possano internare gli irregolari fino a 20 settimane per impedirne i movimenti secondari.

Intanto, è anche la Francia ad attuare una linea migratoria sempre più dura. Nella giornata di ieri, Parigi ha utilizzato addirittura 40 droni per respingere gli arrivi dall’Italia, che tentavano di attraversare il confine in Val di Susa. Una politica che, a parti invertite, molto probabilmente avrebbe scomodato il ritorno dell’eterno fascismo. Eppure, ora questo non accade, se a farlo è un governo centrista con vene progressiste. Nelle ultime ore, è dovuta anche intervenire la Croce Rossa italiana, che ha stimato il salvataggio di oltre 180 rifugiati respinti dai francesi. Respingimenti che sono ormai ben lontani dalla tanto sbandierata “solidarietà europea”.

Matteo Milanesi, 2 ottobre 2023

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