Migranti in Albania? Chiamiamoli col loro nome: sono clandestini

L’editoriale di Giuseppe Cruciani: il caso di Marco Borella, i centri di accoglienza all’estero e Alessandro Giuli

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La zanzara 17 ottobre

Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha espresso il suo punto di vista su tre temi di attualità con il suo consueto stile diretto e provocatorio.

Cruciani ha iniziato commentando il caso di Marco Borella, un apicoltore di Desio, vicino a Milano, che è stato multato di 430 euro per aver esposto un cartello con la scritta “Stop Bombing Gaza, Stop Genocide” accanto al suo banco di miele. “Allora ragazzi, vi dico subito una cosa: sono dalla parte di quel signore di Desio,” ha dichiarato Cruciani. “Ovviamente io non la penso come lui, però credo anche che abbia il diritto di esporre quel cartello. Multarlo è una minchiata. È la sua opinione, va benissimo, per carità di Dio, però multarlo è una puttanata. Dunque togliete la multa a questo signore”.

La seconda questione riguarda la discussione sui migranti e il loro trasferimento in Albania, che secondo alcuni critici potrebbe rappresentare una sorta di “Guantanamo italiana”. Cruciani ha ribattuto facendo notare che si tratta di “clandestini” e che portali in Albania “non sarà la soluzione definitiva” ma non è affatto un lager: “I soldi si sono spesi anche nel passato per altre cose, non è certamente Guantanamo. Quando sarà accertato nel futuro che ci sarà stata violazione dei diritti umani, mettetela come volete, va bene, vedremo, ma al momento non c’è alcuna Guantanamo. Si tratta solo di prendere questi clandestini e di portarli in Albania e poi si vede. Dunque non rompete i coglioni”.

Infine, Cruciani ha criticato l’intervento del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, alla Fiera del Libro di Francoforte, commentando ironicamente la qualità del discorso. “Non voglio arrivare a dire ridateci Sangiuliano, ma almeno quando parlava lui si capiva qualcosa”, ha detto Cruciani. “Qui c’è un ministro della cultura che va a inaugurare una fiera importante in Germania e mi parla della centralità del pensiero solare. Ma nemmeno Crozza si poteva inventare una cosa di questo tipo”.

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