Il tribunale di Roma non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento nei confronti dei migranti del Cpr italiano di Gjader, in Albania. Il provvedimento era stato emesso nei confronti di dodici migranti che fanno parte del gruppo dei sedici trasportati in Albania dalla nave Libra della Marina Militare italiana.
Il destino dei 12 richiedenti asilo è quello di essere riportati in Italia: in base a quanto previsto dal provvedimento, non possono rimanere nelle strutture ma non possono nemmeno essere lasciati liberi in territorio albanese. “I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia europea” scrivono i giudici di Roma: “Lo stato di libertà può essere riacquisito soltanto per il tramite delle Autorità italiane e fuori del territorio dello Stato albanese, delineandosi di conseguenza, in assenza di alternative giuridicamente ammissibili, il diritto del richiedente protezione a riacquisire lo stato di libertà personale mediante conduzione in Italia”.
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Una sentenza destinata a fare discutere, una decisione che ostacola il progetto messo a punto dal governo di Giorgia Meloni ed elogiato da mezza Europa. Nettissima la presa di posizione della Lega: “Proprio nel giorno dell’udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l’ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”.
La sentenza del tribunale di Roma sul Cpr in Albania è fuori da ogni logica democratica, il j’accuse di Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia: “Si tratta di una sentenza di giudici politicizzati e militanti. È uno dei poteri dello Stato che usurpa quello del governo, impedendo a quest’ultimo di contrastare l’immigrazione illegale di massa. Se ciò non bastasse, è ancora peggiore il fatto che il Pd ieri anticipasse, o meglio, suggerisse la decisione del giudice. Ecco come la magistratura rossa e pro immigrazione di massa paralizzano il sistema dei rimpatri, al di là di dove siano collocati i migranti irregolari. Tutto ciò è inaccettabile”. “Sono rimasto molto stupito, ma non voglio commentarlo perché lo stupore supera ogni commento” il breve ma significativo commento del presidente del Senato Ignazio La Russa.
Ci va giù duro il capogruppo meloniano alla Camera dei deputati, Tommaso Foti: “Tutto secondo le anticipazioni del PD che ieri, con la parlamentare Scarpa, guarda caso ipotizzava che il Tribunale di Roma potesse non convalidare il trattenimento degli immigrati nel centro realizzato in Albania. Una decisione con cui certi magistrati, fanno intendere che non esistono più nazioni sicure, rendendo impraticabili – oltre ai trattenimenti – anche i rimpatri. E’ la conferma che quanto disposto dal legislatore anzichè essere applicato viene del tutto ignorato dal giudice adito, all’evidenza ritenendo quest’ultimo di essere il vero e unico dominus di ogni decisione. E così appare a tutti chiaro che certe toghe giudicanti spesso e volentieri piegano alle loro convinzioni politiche le decisioni che assumono. Non sappiamo se indossino la toga rossa, ma certamente certe decisioni tracimano del rosso della vergogna“.
Franco Lodige, 17 ottobre 2024
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