Migranti in Albania, i nessi farlocchi della sinistra

Schlein sbaglia: la battaglia contro i nuovi centri di accoglienza sono un’operazione di autolesionista contro-propaganda

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Sinistra Albania

Nessun partito politico quando si trova all’opposizione lesina promesse insostenibili e attacchi strumentali ai propri avversari di governo. Tuttavia la linea molto radicale che sta caratterizzando la sinistra italiana, guidata da una Elly Schlein molto a suo agio nei panni della gruppettara, non sembra avere molte prospettive di successo.

In particolare, malgrado mezza Europa sia investita dal vento delle destre, alimentato dal colossale e complesso fenomeno dell’immigrazione, il Partito democratico e i suoi alleati continuano a sostenere la propaganda delle porte aperte, spiegando agli italiani che il Paese ha grande necessità di attrarre nuove risorse umane per mantenere in equilibrio il sistema.

Ora, a prescindere o meno dalla validità di un simile assunto, è difficile spiegare a molti cittadini che le orde di spacciatori, borseggiatori, rapinatori e di semplici postulanti molesti che cercano di sbarcare il lunario chiedendo l’elemosina siano venuti in Italia per accrescere il nostro Prodotto interno lordo, anziché aumentare ulteriormente il numero delle bocche da sfamare ai danni dell’ignoto contribuente.
Sta di fatto che l’umanitarismo peloso di buona parte dell’opposizione, che molto piace ai cosiddetti radical chic, in questa particolare fase storica rappresenta un grande regalo alle loro odiate destre.

In questo senso l’attacco frontale che la stessa sinistra compatta sta conducendo nei riguardi dei centri per richiedenti asilo in Albania, a prescindere dalla validità o meno dell’iniziativa spot del governo Meloni, costituisce una operazione di autolesionista contro-propaganda, avvalorando l’idea di una sinistra – lontana anni luce da quella espressa dal dem Minniti, all’epoca ministro degli Interni – fautrice di una irresponsabile immigrazione incontrollata.

Inoltre, per rendere più efficace l’attacco ai centri albanesi – dal suo strabico punto di vista – la stessa segretaria del Pd ha tirato in ballo la sanità pubblica, suo importante cavallo di battaglia: “Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l’intero impianto dell’accordo con l’Albania.
 Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri. Adesso abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi”.

Ebbene, in questo breve intervento di pura propaganda emerge il classico nesso causale dei gonzi, ossia l’idea che per migliorare le cose in un elefantiaco e caotico servizio pubblico come quello sanitario sia sufficiente gettare nel calderone della spesa altre risorse, confidando nella infallibile capacità del relativo sistema di utilizzare al meglio dette risorse.

In realtà, trattasi dell’ennesimo e maldestro tentativo di proporre soluzioni piuttosto semplici per risolvere problematiche estremamente complesse. Un tentativo che, vorrei ricordare, anni fa riuscì brillantemente agli scappati di casa del Movimento 5 Stelle, i cui enormi danni prodotti ancora oggi gravano pesantemente sui conti dello Stato.
Per questo motivo non credo che la maggioranza degli italiani intendano ripetere lo stesso, fallimentare tentativo con la ricca pasionaria che attualmente guida un Partito democratico irriconoscibile.

Claudio Romiti, 16 ottobre 2024

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