Politica

Migranti in Albania, il regalo di Natale di Meloni: la nave Libra pronta a salpare

La riunione a Palazzo Chigi dopo l’assoluzione di Matteo Salvini sul caso Open Arms e la sentenza della Cassazione

Meloni migranti Albania

Durante una riunione tenutasi a Palazzo Chigi, guidata dalla premier Giorgia Meloni, si è discusso a lungo riguardo i centri per l’accoglienza dei migranti situati in Albania, un tema di spicco che interessa tanto l’Italia quanto l’intera Unione Europea. A questa importante sessione hanno partecipato diversi ministri e sottosegretari, inclusi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione Tommaso Foti e il Sottosegretario Alfredo Mantovano.

La riunione a Palazzo Chigi

Dall’incontro è emersa la volontà condivisa di intensificare la lotta contro il traffico di esseri umani e di rilanciare l’avvio dei centri in Albania a gennaio del 2025. La nave Libra, destinata al trasferimento dei migranti intercettati nel Mediterraneo, è in stato di prontezza operativa e col nuovo anno potrà tornare a salpare. Anche gli agenti in servizio a Shengjin e a Gjader sono stati informati che non torneranno a casa nel breve periodo.

Il vertice di governo aveva lo scopo di trovare “soluzioni innovative” per affrontare il fenomeno migratorio, permettendo così l’attivazione dei centri in Albania che restano “la” strategia del governo per la gestione dei flussi migratori. La premier Meloni l’ha detto e l’ha ridetto: i centri albanesi “fun-zio-ne-ran-no”, a costo di passare notte e giorno a pensare a come evitare che i giudici prendano a picconate una legittima azione dell’esecutivo votato dagli elettori.

La sentenza della Cassazione

La premier è convinta che la recente sentenza della Cassazione sui “paesi sicuri” abbia dei risvolti positivi per il governo. Certo: Palazzo Chigi è consapevole che la sentenza lascia ampio spazio di manovra alle toghe, ma la sentenza ha comunque “di fatto dato ragione” all’esecutivo “sul diritto di stabilire quale sia la lista dei Paesi sicuri, mentre i magistrati possono entrare nel singolo caso rispetto al Paese sicuro, ma non disapplicare in toto”. E poi “le regole del nuovo Patto europeo sulle migrazioni aiuteranno” la manovra del governo, da qui la necessità di trovare “soluzione innovative” per superare gli ostacoli giudiziari.

Tuttavia, l’approccio del governo non è esente da critiche. Riccardo Magi, leader di +Europa, ha descritto le politiche governative come un “tragico gioco dell’oca”, accusando l’esecutivo di ignorare le sentenze relative ai migranti deportati illegalmente e di interpretare erroneamente le sentenze della Corte di Cassazione per sostenere le proprie politiche sui paesi sicuri.

Anche Angelo Bonelli, esponente Avs e co-portavoce di Europa Verde, ha criticato l’interpretazione governativa della sentenza della Corte di Cassazione, rimarcando che i giudici hanno il potere di annullare le decisioni governative su base individuale, soprattutto se riguardano individui provenienti da paesi non considerati sicuri.

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