Migranti in Albania, il Pd sciacallo sa solo aggrapparsi ai giudici

In visibilio per lo stop al piano Albania, i dem rilanciano: ecco la richiesta all’Europa di aprire una formale procedura di infrazione contro l’Italia

4.1k 56
Politica Italia

Fare proposte, costruire progetti, lavorare per il benessere del Paese. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di chi fa politica, che sia della maggioranza o dell’opposizione. Ma in Italia c’è anche un altro modo di fare politica. Il riferimento è ovviamente al Pd, il punto di riferimento della sinistra. Quel partito che ha governato dieci anni senza vincere un’elezione, quel partito che non ha mantenuto mezza promessa, quel partito che pontifica sul da farsi quando si ritrova minoranza. Senza una linea, senza un’idea: la formazione di Elly Schlein annaspa, è lapalissiano. E anche per questo motivo ha deciso di affidarsi all’unica speranza rimasta: i giudici.

Il Pd è infatti in brodo di giuggiole per la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. Parliamo di un progetto innovativo, dal forte valore deterrente contro l’immigrazione illegale. Un’intuizione tale da suscitare l’interesse dei vertici dell’Ue e di quasi tutti i capi di Stato e Governo europei, diventando una soluzione modello. Una soluzione vincente, di quelle che il Pd non ha mai avuto. Al massimo al Nazareno hanno partorito una patrimoniale. O una bandierina per la comunità arcobaleno.

Il Pd ha organizzato un’ispezione in Albania per gettare fango sul progetto targato Meloni, ma non solo. Gli esponenti dem hanno di fatto preannunciato la sentenza dei giudici capitolini destinata a fare crollare l’intero impianto normativo, Alimentando inevitabilmente quel sospetto di un connubio sinistra-toghe già paventato a più riprese, specialmente in occasione di appuntamenti elettorali. Anzichè porsi dei dubbi sul ruolo della magistratura, il Pd esulta se il potere giudiziario soppianta quello legislativo e quello esecutivo. Stappa lo champagne se un tribunale si mette in testa di dettare le politiche in materia di difesa dei confini e di sicurezza pubblica.

Leggi anche:

Ma non è tutto. L’ultima trovata del Pd è davvero incredibile. Gli europarlamentari dem hanno chiesto all’Europa di aprire una formale procedura di infrazione contro l’Italia. Sì, avete capito bene. Parlamentari italiani, eletti dagli italiani, marchiano come “illegale” un provvedimento votato dal Parlamento italiano. Il motivo? Non lo condivido. O meglio: l’invidia per il successo di quel provvedimento è troppa, soprattutto perchè la maggior parte degli applausi sono arrivati da leader di sinistra. Una follia stigmatizzata anche dal premier Giorgia Meloni: “Un comportamento semplicemente scandaloso e irresponsabile. E non c’entrano né destra né sinistra: c’entra solo il fatto che sono disposti a danneggiare l’Italia tutta pur di colpire un Governo a loro non gradito”.

Il Pd, più in generale la sinistra, ha espresso tutta la sua anti-italianità. Questo sciacallaggio per colpire il governo è inaccettabile. Ma gli italiani non sono fessi e non dimenticheranno quanto accaduto nelle ultime ore. E il solito ritornello sul ritorno del fascismo non avrà più alcun effetto. Frasi come “siamo di fronte a un attacco alla nostra democrazia, alla magistratura e al Parlamento senza precedenti” per provare a denigrare l’avversario avranno valore pari a zero. Perché la politica è fatta di idee ma anche di credibilità: e il tentativo di danneggiare economicamente e politicamente l’Italia per mettere in difficoltà il governo in carica è semplicemente vergognoso. Purtroppo ne vedremo ancora delle belle, perché i compagnucci continueranno a mantenere questa linea, non avendone altre. Ma il conto arriverà alle prossime elezioni e sarà particolarmente indigesto.

Franco Lodige, 19 ottobre 2024

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version