Governo al lavoro sul dossier migranti. Le nuove norme sui flussi migratori, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, sono state sottoposte a un primo esame, ma è probabile che il testo recante ‘disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, nonché di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale’ venga varato dal governo in una delle prossimi riunioni.
Attenzione però: nessun contrasto all’interno del governo, ma l’esigenza di arrivare ad un prodotto definitivo che regga. “Oggi è stato avviato l’esame di una materia molto complessa richiede qualche affinamento e qualche precisazione che avverrà in maniera auspicabilmente conclusiva al prossimo Cdm”, l’analisi delsottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’esponente di FdI ha evidenziato la necessità di contenere il più possibile gli arrivi irregolari, per i quali i numeri descrivono un abbattimento dei due terzi rispetto all’anno scorso e di quasi un terzo sul 2022: “Dobbiamo garantire che gli ingressi regolari siano realmente tali e non fittizi in aggiramento alle norme esistenti”
Il decreto si pone l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e flessibilità sin dal prossimo Dpcm flussi, atteso per gennaio 2025. Come riportato dal Messaggero, il pacchetto di norme implementerà il sistema di verifiche nei confronti dei soggetti richiedenti. Entrando nel dettaglio, riflettori accesi sugli accessi dei lavoratori stranieri: verrà valutato lo storico delle aziende che accedono al clickday alla ricerca di eventuali intoppi come, ad esempio, un numero basso di assunzioni a fronte di richieste elevatissime. Ma non solo. Per evitare distorsioni dal punto di vista territoriale, il decreto istituisce la facoltà di definire delle quote regionali: servirà dunque identificare, regione per regione, le necessità delle imprese.
Un intervento necessario considerando le situazioni limite registrate negli ultimi tempi. Basti pensare al caso della Campania, dove, a fronte di una bassa quota di contratti infine stipulati (meno del 3 per cento delle richieste), vi si riscontrava la stragrande maggioranza degli ingressi provenienti dal Bangladesh, Stato conosciuto per il sistema di compravendita dei visti. Su quest’ultimo punto, il premier Giorgia Meloni ha dialogato con il capo del governo provvisorio del Paese Muhammad Yunus. Sul tavolo anche una più stretta collaborazione interoperativa sui rimpatri e i percorsi legali individuati dal decreto flussi.
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Il governo vuole intervenire anche sulle ong. Nella bozza è prevista una stretta sulla libertà di azione dei velivoli utilizzati per la ricerca da parte delle organizzazioni non governative dei migranti nel mar Mediterraneo. Entrando nel dettaglio, nel testo sarebbe prevista la necessità di avvertire “immediatamente e con priorità” gli enti competenti per l’area, alle cui indicazioni bisogna attenersi. In caso contrario è prevista una multa fino a 10mila euro e il fermo dell’area.
Il testo messo a punto conterrebbe inoltre delle norme per facilitare il trattenimento dei richiedenti asilo. Questo potrà venire qualora il richiedente “non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità” o se non è in grado di presentare “idonea garanzia finanziaria”. Inserite misure straordinarie per tutelare i lavoratori per i quali “siano accertate situazioni di violenza o abuso o comunque di sfruttamento del lavoro”: il questore sarà chiamato a rilasciare immediatamente un permesso di soggiorno diretto alla vittima e ai membri del suo nucleo familiare, per permettere loro di “sottrarsi alla violenza”. Il permesso avrà durata di 6 mesi e sarà rinnovabile per un anno, o per la durata necessaria alla giustizia.
Franco Lodige, 27 settembre 2024
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