Ingenui sì, fessi no. Si potrebbe sintetizzare così il senso del blitz che Matteo Salvini ha compiuto ieri nel “centro di accoglienza” (si fa per dire) di Lampedusa. Una visita a sorpresa, tenuta all’oscuro dei media, al contrario della precedente del 4 agosto. In quell’occasione, infatti, come nella peggiore tradizione italica, il Viminale, che era stato fino a quel momento assolutamente latitante, fece sistemare tutto il sistemabile in fretta e furia trasferendo di colpo 850 migranti (il centro non potrebbe ospitare più di 360 persone).
Ora, c’è da aspettarselo, la sinistra e i suoi giornali parleranno di bieca strumentalizzazione, quasi che quello dell’immigrazione clandestina e organizzata da cinici trafficanti di carne umana fosse un problema secondario solo perché fatto (questa volta sì strumentalmente) sparire dai radar da quegli stessi giornali. Con un ministro dell’Interno che segue la via sicura del quieta non movere, cioè del disinteressarsi completamente del problema e delle sue conseguenze sul piano sociale. Non solo quello dell’immigrazione non è un problema di second’ordine ma esso, lungi dal risolversi, peggiora di giorno in giorno, mettendo a repentaglio la sicurezza e la legalità non solo in Italia ma in tutta Europa.
Proprio in questi giorni, una voce assolutamente non sospetta, quella del quotidiano spagnolo di sinistra El Pais, ha documentato con dovizia di dati l’aumento esponenziale dell’immigrazione clandestina negli ultimi mesi. Il blitz di Salvini, oltre ad essere una denuncia del problema dimenticato, serve a mostrare ancora una volta tutta l’ipocrisia della sinistra. Come si può parlare di dovere dell’accoglienza e di dignità umana nel momento in cui si permette ai clandestini sbarcati, e anche a bambini in tenera età, di essere accolti (e spesso dimenticati) in condizioni di vita disumane, tenuti per terra sotto il sole con un caldo asfissiante, senza acqua sufficiente e in una sporcizia indescrivibile?
Qui non solo le Leggi della città sono infrante, ma anche quelle della Morale, nonostante che fariseicamente ci si erga a suoi tutori. Va anche osservato che col tempo il discorso di Salvini sull’immigrazione si è, per così dire, perfezionato, assumendo quell’ottica sistemica che non può non avere per una forza che, insieme alle altre del centrodestra, aspira a breve a governare il Paese. Non si tratta per Salvini di chiudere le porte agli stranieri, in una sorta di autarchica autosufficienza italica, come cercano stupidamente di far credere a sinistra. Si tratta, semplicemente, di fare quello che farebbe ogni Stato di diritto o civile: controllare i propri confini (che in questo caso sono anche quelli dell’Europa), far entrare chi ne ha diritto e, quindi, combattere e non strizzare l’occhio all’illegalità; favorire un’immigrazione controllata e qualificata, cioè sostenibile con le esigenze del Paese e del benessere dei suoi cittadini. Oltre che, in ultima analisi, con quello degli stessi migranti.
D’altronde, anche nella vita privata, chi si sognerebbe di ospitare qualcuno senza avere né una casa né le risorse adeguate? Oppure sapendo che l’ospite gli sfascerà la casa. Quello dell’immigrazione è uno dei classici problemi che non si può risolvere col semplicismo dei buoni sentimenti, che ha spesso esiti immorali, né con una preconcetta chiusura a chiunque bussi alle nostre porte. La destra lo ha finalmente capito: la sinistra, come al solito, è interessata ad altro, e cioè al nudo potere.
Corrado Ocone, 1 settembre 2022