Politica

Caos migranti

Migranti, tam tam in Libia: “Con la Meloni non si sbarca”

Le confessioni dei giovani migranti mostrano il contratto tra navi Ong e trafficanti: “Più sicuro tornare a casa, che stare con scafisti”

Politica

“Ho pensato di attraversare il mare, ma ho sentito che questa donna appena eletta presidente in Italia non accetterà più i migranti. Sono confuso. Voglio andare”. È una delle tante intercettazioni, riportate oggi dal quotidiano Libero, dei migranti africani, che arrivati in Libia sperano di raggiungere le coste del nostro Paese. Un messaggio che è arrivato direttamente a Michelangelo Severgnini, autore del docu-film L’Urlo, schiavi in cambio di petrolio.

Severgnini è un uomo di sinistra, ma non della sinistra progressista di oggi: “Non ho nulla a che vedere con questa sinistra parlamentare, e comunque sono un professionista indipendente”, ha specificato Severgnini. Tra gli audio che ha raccolto c’è anche quello di un ragazzo nigeriano (K., di 21 anni): “Non è una buona idea per me pensare di attraversare il mare, perché il gommone potrebbe affondare e i libici potrebbero catturarmi. Per questo ho bisogno di tornare in Nigeria con un aereo, ma non ho soldi con me, gli Asma boys (giovani criminali libici) mi hanno picchiato e derubato”. Severgnini commenta: “Con questo messaggio abbiamo la conferma che l’elezione di Giorgia Meloni ha raggiunto subito anche i migranti. In questo caso, ci troviamo di fronte a un giovane che vuole tornare in patria, mentre c’è un’altra testimonianza di L. (18 anni del Sud Sudan) che non può tornare indietro. È uno dei 44mila rifugiati già censiti in Libia”. Ed anche per un 19enne marocchino sarebbe “più sicuro tornare a casa, che mettersi in mano agli scafisti”.

Per approfondire:

  1. Ong, follia all’Aja: denunciati tre politici italiani per crimini contro l’umanità
  2. Migranti, su Ong e ricollocamenti vogliono fregarci
  3. “Scatta il sequestro delle navi”: il piano del governo per fermare le Ong

Una situazione che va avanti ormai da anni, dove migliaia di giovani vengono attratti dalle promesse dei scafisti, vengono fatti arrivare fino alla Libia e poi lasciati nelle mani di loro stessi, in mare o all’interno di veri e propri campi di concentramento. La politica di restrizioni del governo Meloni, finalizzata anche a contenere le azioni delle navi Ong, serve proprio a questo: evitare che ragazzi africani finiscano nella rete della tratta di esseri umani.