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“Sea Watch indegna”. Meloni attacca le Ong che coccolano gli scafisti

Le Comunicazioni al Senato della Repubblica del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre a Bruxelles

Le Comunicazioni al Senato della Repubblica del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre a Bruxelles.


La Commissione Ue

Le elezioni Ue, ha detto Meloni, hanno “restituito alcuni messaggi molto chiari da parte dei cittadini europei” con una “nuova squadra che dovrà affiancare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Se il percorso parlamentare in atto confermerà la composizione annunciata, di questa squadra farà parte il ministro Raffaele Fitto, designato dalla presidente von der Leyen come vicepresidente esecutivo della Commissione. Un notevole miglioramento per la nostra Nazione rispetto alla composizione della Commissione uscente”. Meloni ha chiesto alle opposizioni di sostenere il commissario indicato dal governo, come Berlusconi fece con Paolo Gentiloni cinque anni fa.

Il sostegno all’Ucraina

“Il Consiglio Europeo ribadirà il suo sostegno alla causa ucraina”, ha spiegato Meloni. “Perché l’obiettivo rimane quello costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l’Ucraina a guardare ad un futuro di prosperità e di benessere”. A Zelensky, il premier ha ricordato che difendere l’Ucraina è nell’interesse dell’Ue e dell’Italia. “Siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari concentrandoci ancora sui pacchetti di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili”. E ancora: “Continueremo a lavorare per il prestito garantito dagli asset russi in Europa, importante risultato raggiunto dalla presidenza italiana del G7. Guardare all’Ucraina significa guardare anche alla sua ricostruzione e il governo è impegnato nella tutela del patrimonio culturale ucraino, a partire da Odessa”. Meloni non si rassegna all’idea di “abbandonare l’Ucraina” perché “sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano”. Secondo il premier, l’effetto dell’invasione russa sta aiutando a far deflagrare altri conflitti. Come quello in Medio Oriente.

Il Medio Oriente

Meloni si dice “sinceramente preoccupata” da quello che sta succedendo in Libano. “In questi giorni per la prima volta da un anno di operazioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano dell’Unifil sono state colpite. Pur senza vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile. Ed è esattamente la posizione che l’Italia ha assunto a tutti i livelli. E che io stessa ho ribadito a Netanyahu: pretendiamo che sia garantita la sicurezza dei nostri soldati”. Meloni ritiene che l’atteggiamento di Tel Aviv sia “ingiustificato” e una “palese violazioni” delle risoluzione Onu. “Non si può però tacere sulle violazioni della stessa risoluzione da parte di Hezbollah che ha militarizzato l’area”. Nonostante le critiche a Israele, Meloni ha lanciato anche una dura accusa contro chi tracima nel “giustificazionismo” verso le azioni terroristiche di Hamas ed Hezbollah che “tradisce altro”, ovvero un “antisemitismo montante” che le dimostrazioni di piazza di questi giorni lo hanno dimostrato senza possibilità di smentita. “Permettetemi di rinnovare la mia solidarietà e del governo – dice Meloni – alle forze dell’ordine aggredite e insultate da sedicenti manifestanti che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza”.

Insomma: da una parte il governo rivendica il diritto di Israele di difendersi, ma dall’altra chiede che lo faccia rispettando il diritto internazionale e riducendo al minimo le vittime civili. Soprattutto a Gaza, dove “la situazione è sempre più preoccupante”. Sulla Striscia l’Italia è per il cessate il fuoco immediato, per la liberazione degli ostaggi e per la stabilizzazione del confine. “Lavoriamo sulla prospettiva dei due stati che convivano in pace e in sicurezza”.

I migranti in Albania

Meloni rivendica un approccio migratorio dell’Ue “molto diverso da quello del passato”. “Sono orgogliosa – dice il premier – che il governo sia diventato un modello da seguire. Ho accolto con soddisfazione l’attenzione che diversi esponenti di governi Ue e extra Ue, dalla Francia al Regno Unito, hanno riservato alle nostre politiche a riprova dell’efficacia che ha segnato la nostra azione in materia di contrasto all’immigrazione illegale”. Una efficacia che i numeri raccontano meglio delle parole, visto il calo degli sbarchi del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022. Merito del governo ma anche del sostegno dell’Ue, come i memorandum con la Tunisia e con la Libia. “Ne approfitto per ringraziare il ministro Salvini e la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro. E per esprimere a questi uomini e queste donne la solidarietà del governo che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l’immigrazione illegale di massa”. Meloni considera “vergognoso” che la Sea Wacth definisca le Guardie Costiere “i veri trafficanti di uomini” volendo “delegittimare tutte quelle del Nord Africa e magari anche quella italiana” per dare via libera agli scafisti “che questa Ong definisce innocenti che si sarebbero ritrovati causalmente a guidare imbarcazioni piene di migranti”. Per il premier sono “dichiarazioni indegne che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia”.

Meloni constata anche una maggiore attenzione alla questione dei “rimpatri”, su cui si sono esposti anche Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen. L’idea è quella di perseguire nuove strade per bloccare il flusso di migranti. “L’Italia ha dato il buon esempio sottoscrivendo il patto con l’Albania – spiega il premier – Per processare in territorio albanese le richieste di asilo. Le strutture sono operative: ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nei modi giusti”. Una strada “nuova, coraggiosa e inedita” che rispecchia perfettamente lo spirito europeo.