Politica

Milano al contrario: sigarette vietate ma si spaccia ovunque

Mentre il sindaco Sala offre provvedimenti che limitano la libertà, la città resta ostaggio del clima di insicurezza

© deimagine e doidam10 tramite Canva.com

Dopo aver emanato divieti contro auto, moto, gelatai, pizzerie, il sindaco di Milano Beppe Sala ha preso di mira i fumatori all’aperto! Dal 1° gennaio 2025 è in vigore un regolamento che sancisce divieto di fumare all’aperto se vi sono altre persone a meno di 10 metri di distanza. Si tratta certamente di un provvedimento ridicolo e paradossale ma attenzione a sottovalutare le limitazioni della libertà individuali a mezzo di ordinanze e regolamenti comunali e lo spirito illiberale che c’è dietro. Ridicolo è il motivo per cui è stato assunto il provvedimento.

Si tratta infatti di una misura del Piano Aria Clima del Comune di Milano, un pacchetto di fregnacce green per obbligare forzosamente i milanesi a ridurre le emissioni mentre la Cina, l’India e la Russia continuano a immettere miliardi di tonnellate di CO2 e a lucrare sulle autolimitazioni europee. Se tutta l’Unione Europea è responsabile di circa l’8% delle emissioni mondiali figuriamoci cosa incidono le sigarette all’aperto dei milanesi. È paradossale anche la manifesta impossibilità di applicare il divieto. Qualcuno può credere che, in una città dove delinquenza e illegalità pullulano, dove le multe vengono accertate solo da telecamere e ausiliari della sosta, la Polizia Locale si dedichi seriamente a inseguire i fumatori all’aperto?

Ancora più contraddittorio il proibizionismo a targhe alterne di Sala. La sua Giunta non ha attivato alcuna iniziativa contro lo spaccio di ogni genere di droga; non ha in 15 anni nemmeno detto mezza parola contro l’abuso di stupefacenti e alcolici, ispirata come è a un forte antiproibizionismo, preoccupata di torcere anche un capello alle migliaia di pusher immigrati illegali che popolano piazze e parchi, questa sinistra si sveglia il 1° gennaio per occuparsi della salute dei fumatori passivi all’aperto! Che poi non è che le sigarette inquinino e le canne no!

Piu grave e preoccupante è quello che c’è dietro questo assurdo divieto: l’idea di un Comune “etico” che, a insindacabile piacimento, limita le libertà individuali di cittadini, consumatori e contribuenti . Andrebbe ricordato infatti che i cittadini versano le tasse al Comune per far funzionare asili, mezzi pubblici, servizi sociali, per fare manutenzione di strade e case popolari, non certo per fare ideologia o per rieducare i cittadini. Beppe Sala però sa bene che le grida manzoniane, i divieti danno visibilità a costo e fatica zero. E sa bene che la sua Giunta non verrà certo ricordata per grandi opere pubbliche o per avere affrontato cruciali questioni come la casa o l’integrazione: si pensi che l’opera più importante realizzata sono piste ciclabili fatte a pennello e che sotto di lui Milano è diventata, a detta di tutte le forze sociali, una città per soli ricchi.

Ecco perché Sala si concentra su iniziative più facili, di grande risalto mediatico, come appunto scrivere regole a cui altri dovranno sottostare. Facile imporre divieti, più complesso governare l’ordine pubblico o lo sviluppo di una città. È un gioco da ragazzi scrivere un regolamento e cosi limitare la libertà delle persone rispettose della legge, che a Milano fortunatamente sono molte. Peccato che proprio nelle stesse ore migliaia di giovani magrebini violavano e si facevano sberleffo delle ordinanze anti botti di Sala. Il Comune in questo caso se ne frega dell’inquinamento acustico e ambientale: troppo reazionario riportare i giovani pro-Pal ed emuli dei trapper all’ordine.

Con i suoi regolamenti Sala vuol fare il primo della classe in Italia, può farsi bello col mondo progressista moltiplicando i divieti e arrogandosi il potere di rieducare fumatori, automobilisti, commercianti mentre ad altri gruppi sociali tutto è concesso. La norma antifumo è grave perché contiene una inutile limitazione dei diritti individuali ma anche pericolosa perché configura una enorme esondazione dai poteri comunali. Chi scrive non è un fumatore ed è grato alla storica legge del governo Berlusconi e del ministro Sirchia che vietò il fumo nei locali pubblici. Quel provvedimento tutelava veramente la salute, in maniera chiara, definita e sanzionata.

In conclusione: o il fumo all’aperto comporta rischi per la salute dimostrabili e allora lo si affronti con legge che si applica sul territorio nazionale, oppure è meglio delegare il comportamento al buonsenso dei cittadini.

Fabrizio De Pasquale
Presidente Associazione Futuro Milano

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)