Forse Gualtieri non ricorda – o non vuole ricordare – che, da ministro dell’Economia, ricevette nel marzo del 2021 un corposo progetto proprio per valorizzare quell’area. Infatti, l’Agenzia del Demanio aveva un piano per lo sviluppo di uno polo tecnologico europeo che avrebbe potuto dare grande vitalità al quadrante sud di Roma. Una vera e propria cittadella della conoscenza, nella quale situare un hub dell’innovazione digitale, dell’alta formazione, della ricerca strategica avanzata, in particolare, nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e nei campi dei rischi CBRNNeM (Chemical, Biological, Radiation, Nuclear, Explotion, Narcotics, Missile), della logistica innovativa, nonché in discipline funzionali alla crescita e allo sviluppo delle arti creative, molto utili all’industria cinematografica e audiovisiva.
Rispetto all’originario progetto sviluppato sui terreni del Demanio, oramai preso oggi solo ad ingraziarsi i più importanti Fondi Immobiliari per l’affitto degli immobili della Pubblica amministrazione sotto la sapiente regia del capo di gabinetto del Mef Giuseppe Chinè e del duo delle meraviglie del Tesoro “Rivera-Giansante”, poteva essere inclusa anche la Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Si sarebbe potuta creare così anche una conveniente sinergia con il Centro Alti Studi della Difesa e la Sanità Militare, tra l’altro situata in prossimità di rilevanti strutture di ricerca, quali la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e i laboratori dell’Ente Nazionale per l’Energia Alternativa (Enea).
Ma per avere visione su un progetto di cotanta grandezza per la città Caput Mundi, non basta certo un Sindaco che bada solo a come inserirsi nelle beghe del Pd per tentare la scalata a Palazzo Chigi. Magari suonare la chitarra al ritmo della “Bossa Nova”, la sua passione, intervallata da Bella Ciao gli schiarirà le idee.
Luigi Bisignani, 12 febbraio 2022