Ci sono almeno due religioni che continuano a predominare nella società contemporanea: l’alimentarismo e l’ambientalismo. Da una parte, con le nuove mode vegane, vegetariane, anti-carne, stiamo progressivamente arrivando a porre sulla stessa bilancia la vita di un uomo con quella di una mucca, di un maiale o di un pesce. Dall’altra, invece, l’ecologismo estremo, alla Greta Thunberg tanto per intenderci, si sta facendo strada anche tra le istituzioni, nella politica e nell’opinione pubblica. Il monito è sempre lo stesso: l’umanità sta distruggendo il pianeta e occorre fermarla. Ma non proprio tutta: si tratta, in particolare, dell’uomo bianco, occidentale, capitalista, l’ideatore della rivoluzione industriale di ieri e di quella tecnologica in atto.
Beppe Sala limita l’uso dell’acqua…
La narrazione mediatica sulla siccità, che sta colpendo il Nord Italia, rientra perfettamente in questo secondo campo. Ormai, si vive solo a tratti di emergenze: la regione Lombardia ha emesso un’ordinanza con cui prescrive raccomandazioni necessarie per l’uso oculato dell’acqua potabile, avvisando di voler disporre anche lo stato di calamità naturale. Insomma, dalla pandemia alla guerra, dalla lotta per il gas alla siccità, il collante è sempre solo uno: lo stato di eccezione, schmittianamente parlando.
Ad oggi, sono quasi duecento (175 per l’esattezza) i comuni lombardi che hanno già imposto divieti per garantire una diminuzione dell’uso dell’acqua potabile. E Milano rientra tra questi. Settimana scorsa, il sindaco Sala ha sottoscritto il provvedimento “Risparmio idrico e limitazioni per l’utilizzo dell’acqua potabile durante il periodo di siccità”. Peccato che, per il capoluogo della regione motore d’Italia, c’è un piccolo disguido: il capoluogo non corre alcun rischio.
…Ma Milano non è in siccità
L’ingegnere Fabio Marelli, direttore dell’acquedotto meneghino, ha infatti specificato come il problema dell’approvvigionamento non riguardi il capoluogo né i 133 comuni della città metropolitana. Anzi, al contrario, “la situazione è sotto controllo. L’acquedotto si rifornisce dalla seconda falda, che è un serbatoio d’acqua molto grande, alimentato dal Ticino, dalle Prealpi e dall’Adda”. In realtà, il direttore spiega come la falda sia più che ottima, trovandosi “al livello più alto che si sia mai verificato dagli anni ’70 ad oggi. I prelievi industriali sono diminuiti e negli ultimi 40 anni la falda si sta riportando alla situazione che c’era tra fine ‘800 e inizi del ‘900. C’è molta acqua, Milano ne ha un surplus perché è nata in mezzo ai fiumi e ai fontanili”.
Contro l’ordinanza, cominciano anche le prime mobilitazioni verdi. Il consigliere comunale milanese di Europa Verde, Carlo Monguzzi, ha criticato, con un post su Facebook, il divieto di irrigare campi e alberi: “Stiamo facendo fare al verde un sacrificio che non ha alcuna utilità. Tutti i tecnici che ho sentito la pensano così e gli ambientalisti sono allarmati”, specificando poi come la città di Milano non sia affatto in crisi idrica, a differenza di alcune zone limitrofe.
A ciò, si aggiunge pure uno studio del Politecnico di Milano. L’università ha certificato, infatti, che pure nelle ipotesi più disastrose a livello ambientale e di siccità, il capoluogo lombardo non avrà problemi di acqua potabile da qui al 2050. E allora: perché alimentare inutili allarmismi, che rischiano di generare altrettante paure infondate, irragionevoli ed immotivate? La risposta la lasciamo al lettore.
Matteo Milanesi, 7 luglio 2022