Milano, la studentessa piagnucola per l’affitto? Faccia la pendolare

Basta con questo perbenismo: ancora i comunisti che pontificano. La ragazza vive a Bergamo? Può fare avanti e indietro, altro che equo canone

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studentessa milano

Questa mattina ho avuto la conferma che il nostro Paese non è cambiato di una virgola. Passano gli anni, ma ci sono ancora i comunisti che pontificano e i liberali non sono poi così tanti. Me ne accorgo dalla prima pagina del Corriere della Sera dove c’è una foto di una studentessa che mette una tenda davanti al Politecnico di Milano in protesta per l’affitto troppo alto che deve pagare per andare all’università.

La soluzione? Ce la dice Gramellini parla di un tetto al prezzo degli affitti. Al solito il non detto è che i proprietari di casa sono degli stronzi. Ricapitolando, dopo il salario minimo, serve il tetto al prezzo degli affitti. Già che ci siamo perché non garantire anche un bel fico per questa ragazza? Scherzi a parte, provo ad essere un attimo razionale.

Prima di riproporre l’equo canone ed il salario minimo, vorrei farvi un piccolo ragionamento. Questa ragazza non sta servendo al ristorante di un motel, come fanno gli studenti americani a tre dollari l’ora per pagarsi l’Università che costa centomila cazzo di dollari all’anno, lei studia in un’Università che, in buona parte, le stiamo pagando tutti noi. Come voi ben sapete, infatti, il finanziamento pubblico dell’Università copre gran parte del costo universitario, quindi tutta la collettività paga per l’Università dei signorini che si mettono con la loro tenda davanti all’Università e che vogliono la casa ad un prezzo calmierato.

Leggo poi che la ragazza vive a Bergamo. Porca troia vive a Bergamo, non a Crotone. Che cosa dovremmo dire alle ragazze di Bergamo che vengono a Milano in treno per fare le commesse a 1.300-1.400 euro al mese? La grande ingiustizia sociale è però l’affitto della giovane universitaria che vuole gli affitti calmierati. Per carità, non ho nulla contro di lei, anzi le auguro di laurearsi il prima possibile e di diventare, come merita, una donna ingegnere che troverà sicuramente lavoro.

Tra l’altro, come in ogni Paese normale, ci sono le borse di studio per le persone che non hanno reddito e le residenza per il diritto allo studio. Probabilmente saranno insufficienti, costruiamone delle altre al massimo. Quello che mi fa impazzire è che vogliamo il cazzo di equo canone. Bell’idea, mettiamo un tetto agli affitti. Sapete cosa succederebbe il giorno dopo? Molto semplice, la procedura è quella di Aronne Piperno: “Io i soldi non li caccio e tu non li becchi”. È lo stesso ragionamento del tetto al prezzo del gas: il prezzo lo fa il mercato, non Sala o chi per lui. Per di più tutto questo servirebbe ad evitare 20 minuti di treno ad una giovane studentessa che fa ingegneria. Cazzo, c’è gente che lavora e non piagnucola.

Lei avrà anche mille ragioni, ma adesso che la grande battaglia sia fare l’equo canone mi fa impazzire. Facciamo una cosa, mettiamo un tetto di 300 euro per 50 metri quadri, è un’idea geniale. Il giorno dopo ci saranno sicuramente milioni di appartamenti liberi a quel prezzo. Ma come cazzo ragionano i comunisti?

Nicola Porro, 4 maggio 2023

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