Cronaca

Milano, l’incubo del rituale islamico. La vittima: “Circondata da 40 uomini”

La procura indaga su quanto successo in Piazza Duomo dove alcune donne sono state molestate. Ipotesi Taharrush gamea. Il racconto choc della ragazza belga

Duomo milano capodanno

Nella notte di Capodanno, una studentessa belga assieme ai suoi amici ha vissuto un’esperienza terribile in piazza Duomo a Milano, un evento che ha trasformato la festa in un incubo indimenticabile. La vicenda riportata dalla ragazza sembra essere un esempio di “Taharrush gamea“, un fenomeno di violenza collettiva dei paesi islamici che vede gruppi di uomini aggredire fisicamente le donne in spazi pubblici. Questa almeno è l’ipotesi della procura di Milano.

I pm hanno aperto un fascicolo a seguito della denuncia di una ragazza di Liegi, pubblicata su un quotidiano online. Dai primi accertamenti, ci sarebbero altre persone aggredite. Domani gli uomini della Squadra Mobile andranno in Belgio per raccogliere le informazioni dettagliate direttamente dalla voce della vittima anche per capire quale sia stato il luogo esatto dell’aggressione.

La giovane intanto ha raccontato la sua tremenda esperienza ai microfoni di Dritto e Rovescio che stasera manderà in onda l’intervista. “Non abbiamo sporto denuncia in Italia perché sul momento non ci rendevamo conto della gravità dei fatti – ha detto la giovane – Visto che avevamo il volo l’indomani abbiamo avuto solo una giornata per renderci conto di tutto, eravamo sotto choc e abbiamo passato il primo gennaio a parlarne tra noi: non ci è proprio venuto in mente”.

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Sarebbe stata lei la prima a rompere il ghiaccio e a raccontare tutto. “I miei amici mi seguono dietro le quinte: mi mandano messaggi di sostegno ogni giorno, siamo tutti insieme ma ci metto io la faccia”. Il racconto è drammatico: “La prima cosa che ho detto alla mia migliore amica che tenevo per mano è stata ‘sto per morire’. Sentivo che stava per succedere qualcosa di grave. Mi sentivo triste di non poter fare nulla e sporca. Mi sono sentita veramente sporcata. Tutto esulava dalla mia volontà.

Tutto inizia quando lei e altri cinque amici decidono di andare a Milano per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. “Quando siamo arrivati nella piazza abbiamo notato che c’erano pochissimi turisti e anche pochi volti italiani. Poco prima di mezzanotte abbiamo sentito insulti rivolti all’Italia ma anche alle forze dell’ordine. Ci siamo subito domandate: ‘Dove sono i milanesi e i turisti e cosa ci facciamo qua?”. A quel punto “abbiamo deciso di entrare nella galleria pensando che fosse un posto sicuro ed è entrando nella galleria che siamo state circondate da circa 40 uomini che avevano dai 20 ai 40 anni che ci hanno bloccato la strada ed è lì che sono iniziati i palpeggiamenti”. I dettagli sono drammatici: “Ci hanno toccato le parti intime, sia quelle superiori che quelle inferiori passando sotto i vestiti. I palpeggiamenti sono durati una decina di minuti, tempo lunghissimo ma in quel momento non te ne rendi conto: io sono fuggita grazie a un signore italiano che aveva tra i 40 e i 50 anni: voleva salvare sua moglie, il signore è riuscito a trarmi in salvo. Uscendo alla galleria ho incontrato la poliziotta e le ho detto quello che era successo in inglese, lei aveva le lacrime agli occhi e ha detto ‘non posso fare nulla’”.

Articolo in aggiornamento

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