Apprendiamo in queste ore che con oltre due anni di anticipo il centrosinistra avrebbe già vinto al primo turno le amministrative milanesi, e che l’attuale capogruppo del Pd nel Consiglio regionale della Lombardia, l’ex candidato governatore Pierfrancesco Majorino, avrebbe già cucita addosso la fascia tricolore da primo cittadino, oggi indossata da Beppe Sala. Una convinzione probabilmente basata sul risultato dell’ultima tornata elettorale tenutasi nel capoluogo lombardo, allorquando l’attuale sindaco di Milano sbaragliò senza troppe resistenze la timida concorrenza dello sfidante di centrodestra ottenendo così l’agognata riconferma a Palazzo Marino.
Ora, premesso che l’auspicio di ogni elettore di centrodestra è che la coalizione oggi al governo del Paese eviti di suicidarsi con la scelta di candidati improbabili sconosciuti ai più come Luca Bernando (in quel caso è chiaro che la partita sarebbe già indirizzata in favore del centrosinistra), esistono tutta una serie di buoni motivi per cui a sinistra farebbero bene a non adagiarsi troppo sugli allori.
Intanto, il gradimento dei milanesi nei confronti dell’operato di Beppe Sala è in costante calo già da diverse settimane, complici probabilmente i tanti problemi legati alla sicurezza e le misure ideologiche dettate da un’agenda green che si fa ogni giorno più opprimente.
Dopodiché, un altro aspetto da non sottovalutare, è che, rispetto all’autunno 2021, data delle ultime amministrative meneghine, la coalizione di centrodestra dovrebbe presentarsi all’appuntamento elettorale con una diversa consapevolezza, oltre che in un ottimo stato di salute, sebbene poi molto dipenderà anche dalla scelta del candidato sindaco.
Infine, vi è un ultimo punto su cui è indispensabile focalizzare l’attenzione: il profilo che il centrosinistra avrebbe individuato quale successore di Beppe Sala, il già citato Pierfrancesco Majorino, sarebbe di certo un candidato molto più debole rispetto all’attuale primo cittadino, incarnando egli un’idea di sinistra assai radicale che difficilmente sarebbe in grado di rappresentare quella porzione di elettorato moderato e riformista, storicamente maggioritaria nel capoluogo lombardo.
L’eventuale investitura di Majorino sarebbe pertanto il miglior assist possibile per il centrodestra, che, al contrario di quanto fatto nel 2021, dovrà individuare un profilo capace di attingere a quelle sacche elettorali moderate che, con l’attuale capogruppo dem al consiglio regionale lombardo come candidato, il centrosinistra potrebbe con buone probabilità perdere.
La sfida è aperta. Ai leader del centrodestra l’arduo compito di trovare il candidato giusto per strappare finalmente Milano alle sinistre.
Salvatore Di Bartolo, 27 dicembre 2024
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