Milei a Quarta Repubblica: “Le tasse sono un furto”

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Milei Argentina

«Non sono misure impopolari, queste sono cose che dicono i politici. Noi il taglio non lo abbiamo fatto sulla gente per bene, ma su delle voci che riguardavano la politica. Poi, un altro punto dell’adeguamento, l’abbiamo fatto sull’opera pubblica, che è un modo che hanno i politici per rubare il denaro. Quello che abbiamo fatto è molto interessante: noi abbiamo tagliato le spese su cui la politica ruba e le opere pubbliche, comprensive di tutti i bonifici fatti alla provincia. Per ciò che concerne la spesa sociale, fondamentalmente, abbiamo eliminato gli intermediari, che si tenevano la metà del denaro che ricevevano». Queste le parole con cui Javier Milei, presidente dell’Argentina, ha commentato, ospite di Nicola Porro a “Quarta Repubblica”, il suo primo anno di governo. I tagli alla spesa pubblica, da molti giudicati un male per la popolazione, avrebbero visto crescere l’indice di gradimento di Milei, la cui intervista integrale sarà trasmessa in prima serata su Retequattrolunedì 16 dicembre. «Non c’è dubbio, noi (Milei, Meloni, Trump, ndr) stiamo cambiando la visione del mondo. È terminata questa peste socialista woke: peggio di una peste, un cancro. Il socialismo, in ogni momento, è un fenomeno che impoverisce, alimentato dall’invidia, dall’odio, dal risentimento […] I nostri nemici sono le idee socialiste, è la sinistra. La Cina non è un nemico, ci sono delle particolarità e stanno lavorando sulla transizione da un sistema comunista ad un sistema più libero».

Nel corso del suo intervento, Milei si è soffermato sugli interlocutori dell’Argentina in Europa: «Noi, in Europa, parliamo con Giorgia Meloni, a cui mi lega una grande amicizia. La cosa che più mi ha colpito di lei è il coraggio: è una donna veramente coraggiosa, dotata di grande flessibilità quando si tratta di portare avanti situazioni difficili. È ammirevole. Ho degli ottimi rapporti anche con Emmanuel Macron». Una battuta anche sulle ragioni che lo portano a disprezzare l’Onu: «Perché è un insieme di burocrati autoritari, progettati in un laboratorio. È un mondo lontano dall’umanità, è la massima espressione di ciò che si chiamava arroganza fatale, 87 persone si sono arrogate il diritto di scegliere cosa fare con il pianeta Terra».

Tra i vari dossier affrontati con Nicola Porro, Milei ha parlato anche della sua contrarietà all’aborto: «Io sono contro ogni tipo di aborto. Mi pare che l’aborto sia un assassinio aggravato dal rapporto (fra la madre e il figlio che sceglie di non partorire, ndr). Gliela dico in questi termini. Le piacerebbe conoscere Buenos Aires? Quando torno, la invito sul mio aereo. Che cosa succede mentre noi parliamo sul mio aereo? Io cambio idea e non voglio più lei venga sul mio aereo. L’aereo è mio e di conseguenza io apro il portellone e le dico: ‘Si butti di sotto’. Come lo chiama tutto ciò? È un assassinio». Milei ha poi confidato di avere un rapporto eccellente con Elon Musk – «mi pare che sia un salvatore. Potrei paragonarlo a Michelangelo, a Leonardo, mi sembra un essere ammirevole. Ti abbaglia questa persona. Non capisco perché preoccuparsi per un benefattore sociale» – per poi tornare a scagliarsi contro le imposte: «Le tasse come possono essere buone se imposte? Sono un furto. Non servono. Lei, Porro, deve capire che le imposte sono un furto. Vorrei proporre che siano a scelta. Chi le pagherebbe volontariamente? Le imposte si pagano con la pistola puntata alla testa. Sono immondizia».

Franco Lodige, 14 dicembre 2024

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