“Il socialismo woke è peggio di una peste, è un cancro”. Si è presentato così Javier Milei, presidente dell’Argentina, nello studio di Nicola Porro a Quarta Repubblica. La lunga intervista andata in onda lunedì 16 dicembre racconta da vicino il leader anarco-capitalista che sta rivoluzionando il Paese argentino a suon di tagli alla spesa pubblica e riduzione dell’inflazione.
“I nostri nemici sono le idee socialiste che impoveriscono”, aggiunge. “La Cina non è un nemico perché è particolare e sta transitando da un sistema comunista ad uno di libero scambio. Bisogna prendere in considerazione quello che è stato fatto dalle istituzioni cinesi per portare avanti i commerci”.
Nell’intervista su Retequattro, Milei racconta di trovare punti di contatto con figure come Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, evidenziando un rispetto reciproco con la prima e una capacità di dialogo con il secondo. Milei esprime un giudizio severo sull’Onu, che percepisce come un’entità burocratica e distante dalla realtà quotidiana delle persone, accusandola di arroganza.
Una delle questioni più delicate affrontate da Milei riguarda la sua ferma opposizione all’aborto, su cui fornisce esempi provocatori per stimolare il dibattito su etica, diritto alla vita e libertà individuale. Allo stesso tempo, trova ispirazione in figure di innovatori come Elon Musk, che elogia per il suo impatto sociale, mentre critica aspramente il sistema fiscale, proponendo un approccio in cui le tasse dovrebbero essere versate su base volontaria. Durissima, infine, l’analisi sull’ideologia green considerata una espressione verde del marxismo duro e puro.
Intervista Milei, parte 1
Intervista Milei, parte 2