Dalla parte di Hamas

Militanti pro-Palestina incappucciati si barricano nell’Ateneo di Napoli

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Università Napoli occupata

Sono entrati alle 7.30, incappucciati, hanno preso possesso della sede di Palazzo Giusso dell’Università di Napoli L’Orientale, hanno fatto uscire tutti e si sono barricati dentro. Inizia la stagione delle piogge e, puntuali come un orologio svizzero, pure le inutili okkupazioni degli studenti de sinistra sempre pronti a bloccare gli studi per supportare questa o quell’altra causa. Dopo le manifestazioni di Milano e Roma, dopo i cartelli pro-Hamas e che inneggiano al terrorismo, in fondo, non ci si poteva aspettare di meglio: “Università occupata con la Palestina – si legge nello striscione appeso al balcone – Fino alla vittoria”.

L’Università condanna “l’atto di violenza perpetrato nei confronti dell’Ateneo, della democrazia e delle istituzioni”. Per il rettore Roberto Tottoli “un conto è manifestare le proprie opinioni, un conto è impedire il regolare svolgimento delle attività istituzionali”. In sede oggi erano previste le ovvie attività didattiche ma anche un incontro sulla crisi israelo-palestinese, che ovviamente verrà rinviato a data da destinarsi. “Occupare chiudendo l’accesso al palazzo è un atto che non posso credere sia stato compiuto dagli studenti dell’Orientale – aggiunge il rettore – perché da trecento anni noi insegniamo il confronto tra tutte le culture e tutte le posizioni, confronto che deve essere sempre democratico e pacifico. La violenza non è mai una soluzione e non porta mai alla risoluzione di nessun conflitto”.

L’atto è stato in qualche modo “rivendicato” dalla pagina Facebook dell’Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo” che nel pubblicare la foto dei militanti incappucciati al balcone chiede anche a tutti di “accorrere in supporto” dell’occupazione. “È da quasi un mese che a Gaza, nel silenzio e nella complicità dei governi occidentali, in primis quello italiano, si consuma un genocidio perpetrato ai danni della popolazione palestinese”, si legge nel delirante appello. “Se le istituzioni e i media hanno dimostrato la palese volontà di insabbiare i crimini di guerra di cui è responsabile il governo israeliano, è urgente e necessario che una risposta in solidarietà del popolo palestinese parta dal basso, da noi studenti e studentesse che non vogliamo restare in silenzio davanti a tutto ciò”.

Gli “studenti” responsabili dell’okkupazione hanno poi diffuso un lunghissimo comunicato, riportato dalle agenzie di stampa e dalla pagina Facebook di Potere al Popolo. Parlano di “resistenza palestinese”, di “genocidio israeliano”, di “complicità degli Usa” dei governi europei al massacro di Gaza. “Il governo israeliano – scrivono – con il bombardamento dell’ospedale Al-Maamadani e del campo profughi Al-Maghazi, ha dimostrato ancora una volta il suo vero intento, ossia quello di una vera e propria pulizia etnica“. Gli occupanti vorrebbero il boicottaggio di Israele. “Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l’apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un’università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano “. Non solo. Pretendono, alla faccia della libertà di espressione, che il rettore “si esponga pubblicamente a sostegno d popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato” e che “l’università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano”. E giù andare con i relativi deliri: i crimini di guerra di Israele, l’uso del fosforo bianco, “l’uccisione indiscriminata di civili” e “l’assedio totale a cui è sottoposta in queste ore Gaza”. Non c’è traccia, ovviamente, per la solidarietà agli israeliani massacrati da Hamas un mese fa.

Articolo in aggiornamento

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