Milleproroghe, che scandalo la norma anti-proprietà

Il governo approva il decreto: ennesimo rinvio dell’aggiornamento dei canoni di locazione. Ben 13 anni di “eccezionalità”: una beffa e un abuso

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Il decreto Milleproroghe prevede, all’articolo 3, l’ennesima reiterazione del divieto di aggiornamento dei canoni per le locazioni passive degli enti pubblici, introdotto per la prima volta dal Governo Monti nel 2012.

In sostanza, per il tredicesimo anno consecutivo lo Stato calpesterà i diritti dei proprietari privati e deciderà di non riconoscere loro gli aumenti derivanti dall’inflazione, dovuti per legge, ogni qualvolta conduca in locazione un immobile.

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Peraltro, la lettura della norma reiterata rende anche ridicolo questo ennesimo intervento. Recita così: “In considerazione dell’eccezionalità della situazione economica e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, per gli anni 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024 (quest’ultima è l’annualità aggiunta – n.d.r.), l’aggiornamento relativo alla variazione degli indici ISTAT, previsto dalla normativa vigente, non si applica al canone dovuto dalle amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione (…) nonché dalle Autorità indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) per l’utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali”.

L’eccezionalità della situazione economica! Da 13 anni! Oltre al danno, dunque, la beffa.

Si tratta di un abuso intollerabile, di una norma stile Marchese del Grillo (“Mi dispiace, ma io so’ io e voi… OMISSIS”). Il Governo Meloni avrebbe fatto miglior figura cancellandola dal decreto Milleproroghe. Ma si può ancora rimediare in Parlamento.

Giorgio Spaziani Testa, 29 dicembre 2023

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