Politica

Mini servizio militare: perché ha senso l’idea di La Russa

Politica

Il servizio militare un tempo non era solo un momento di addestramento all’uso delle armi nell’eventualità, non troppo remota, che lo Stato chiamasse i suoi “figli” a “servire la Patria”. Era anche una tappa inderogabile nella formazione individuale, nonché un rito di passaggio all’età matura.

La naja serviva, prima di tutto, a creare un momento reale di condivisione fra giovani appartenenti a classi sociali diverse e anche di diversa provenienza geografica. E serviva poi a trasmettere ai giovani quelle virtù civili, e anche virili se è lecito dire, che la cultura dominante riteneva essenziali per dare tempra alla classe dirigente e linfa alla vita della società. Che quel mondo sia finito, è inutile dire: oggi la formazione passa per diverse e più variegate “agenzie”; le virtù civili, che non sono più quelle virili (si esalta anzi in continuazione il lato “femminile” o addirittura “fluido” degli esseri umani), hanno ceduto il posto a un amoralismo e indifferentismo di massa; i giovani viaggiano, realmente e virtualmente, in maniera un tempo inimmaginabile e non hanno bisogno della leva per integrarsi e condividere esperienze.

Che senso ha allora riproporre, come ha fatto ieri Ignazio La Russa ad una riunione degli alpini a Milano, un progetto di legge relativo a un servizio militare accorciato e su base facoltativa (per quanto incentivato, attraverso un meccanismo di “premi” che comunque aborre a una coscienza liberale)? Celiando, si potrebbe dire che un senso ha già mostrato di averlo perché ha subito scatenato i riflessi incondizionati di una sinistra anch’essa ferma con le lancette degli orologi al tempo in cui la vita militare, e le forze di difesa, erano associate a una mentalità militarista e guerrafondaia se non “fascista”. Ma senso soprattutto ne ha perché si connette strettamente a quell’idea di Patria e di comunità che la destra meloniana vuole riabilitare e porre al centro del dibattito pubblico.

In quest’ottica, i 40 giorni del servizio militare ridotto dovrebbero essere sia propedeutici alla riconquista di un rapporto di fiducia fra cittadini e forze armate sia formativi per il giovane in vista dell’auspicabile sua educazione civica. Recuperare, a tutti i livelli, il senso dello Stato (e delle istituzioni) senza però ricadere nei vizi dello statalismo: è lungo questo crinale che probabilmente la destra di governo giocherà nei prossimi mesi la sua partita. E per l’Italia dei luoghi comuni, delle mode e dei conformismi mentali e pratici, che poi spesso altro non sono che la copertura della ipocrita ricerca del proprio particolare, è sicuramente una buona notizia.

Corrado Ocone, 12 dicembre 2022

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it
la grande bugia verde

SEDUTE SATIRICHE