Politica

Ministeri impallati, tecnici scontenti: le colpe dell’ambizioso Draghi - Seconda parte

Terminato il caos Quirinale (da lui stesso provocato), ora il premier torni a lavorare

Si narra poi che l’amministratore delegato di Mps, Bastianini, sia stato convocato a via XX Settembre ed abbia trovato ad attenderlo, per chiedergli le dimissioni, un vero e proprio plotone di esecuzione composto dal Dg del Tesoro Rivera, il capo di Gabinetto Chinè e il fido Giansante. Motivazione? Nessuna. Colpevole solo di aver portato la banca in utile ma, soprattutto, di essere stato indicato dal Governo Conte. Insomma, non appartiene alla schiera degli eletti del Supremo in caduta libera dal Colle. E pensare che Rivera aveva detto circa un mese prima alla commissione Finanze della Camera: “Non ci sono piani per rimuovere l’Ad di Mps”.

Lo scontro Meloni-Tajani

Ma peggio di Draghi si è comportato il centrodestra. Ne è immagine plastica lo scontro di venerdì notte tra Giorgia Meloni, con una ritrovata vis dei tempi del Fronte della Gioventù, e Antonio Tajani, allora giovane monarchico, che per non prendersi a pugni sono stati separati dai testimoni. Mentre, alla domanda: “Esiste il centrodestra?” la risposta di Ignazio La Russa è stata eloquente: “Ma quale centrodestra?” e rappresenta il disastro provocato da una classe dirigente totalmente inadeguata rispetto ad un popolo che è ancora maggioranza nel Paese. Una guerra fratricida sotterranea da mesi, con tante piccole Ronzulli, oggi deflagrata alla luce del sole che ha bruciato in una folle corsa quelle poche personalità di centrodestra credibili anche a livello internazionale da mettere in campo.

Il mancato reale appoggio a Berlusconi; la corsa della Meloni a creare difficoltà a Salvini anziché puntare ad un risultato comune, come dimostra il non aver tentato, almeno per un altro giro, la candidatura di un galantuomo liberale come Guido Crosetto; l’aver imposto di contarsi realmente sulla Casellati; il capo della Lega che, correndo dietro al diavolo e all’acqua santa, ha dimostrato di non avere né strategia né capacità di leadership. Un centrodestra, dunque, che può dire addio al sogno del Quirinale. Ma visto che da ogni male può venire un bene, forse è l’occasione perché nasca un “nuovo centro” con quel che resta di Forza Italia, con Renzi e con gli altri gruppi centristi.

Quanto a Draghi, speriamo che ritorni a fare veramente il Super Mario della prima ora perché lui, e solo lui, ancora oggi è l’unico vero argine fisico che ci è rimasto contro lo spread e per mettere ordine ai fondi del Pnrr totalmente in rotta di collisione con l’Europa. Per finire, viva Mattarella: bene, bravo, bis. Tomasi di Lampedusa, con il suo Gattopardo, sarebbe davvero fiero di lui.

Luigi Bisignani, Il Tempo 30 gennaio 2022

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva