Durante il 650esimo anniversario della città tedesca di Solingen, quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia e commemorazione si è trasformato in uno scenario di terrore e dolore. Intorno alle 21:45, la comunità è stata sconvolta da un attacco brutale in cui un uomo armato di coltello ha causato la morte di tre persone e ne ha ferite altre otto, alcune delle quali si trovano in condizioni critiche.
L’assalitore, descritto da testimoni come di origine araba, è riuscito a evadere, innescando una massiccia caccia all’uomo nelle ore che hanno seguito l’attentato. Benché l’identità e le motivazioni dietro questo gesto rimangano da chiarire, non sono mancate speculazioni su una possibile matrice terroristica dietro l’aggressione.
In risposta a questo atto di violenza, le autorità hanno adottato misure di sicurezza stringenti, compresa la chiusura di strade e l’appello ai residenti di restare al sicuro nelle proprie case. Squadre di soccorso e supporto aereo della polizia sono state immediatamente dispiegate per prestare assistenza alle vittime. Dopo quasi 24 ore, la caccia all’uomo non si è ancora conclusa: l’identikit, nonostante le numerose testimonianze, non è stato ancora possibile diffonderlo.
L’uomo, secondo quanto trapelato dai racconti e dai video, avrebbe puntato direttamente alla gola delle vittime.
Markus Seitz, portavoce della polizia di Duesseldorf, ha esortato alla cautela, sottolineando l’importanza della vigilanza in questi momenti di incertezza. Anche Alexander Kresta, portavoce della polizia di Wuppertal, ha evidenziato le sfide nell’identificare e catturare il responsabile, riflettendo sulle difficoltà investigative.
L’eco dell’attacco ha toccato la comunità internazionale, con figure come il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che hanno espresso il proprio sgomento e solidarietà, condannando l’atto e chiedendo azioni decise per assicurare il colpevole alla giustizia.
Durante le indagini, un adolescente di 15 anni è stato arrestato in connessione con l’attacco, sebbene il suo coinvolgimento diretto non sia stato confermato: il giovane è stato denunciato da due donne che lo avrebbero sentito parlare con un conoscente di cose che potrebbero “essere collegate con i fatti di Solingen”. Il giovane, riferisce Bild, è accusato di non aver denunciato i crimini pianificati. Un elemento chiave per gli investigatori è stato il ritrovamento di alcuni coltelli abbandonati in un bidone vicino al luogo del crimine. Sono in corso le analisi per capire se tra questi c’è anche l’arma del delitto.
Ulteriori informazioni emergono da testimoni oculari, secondo cui l’assalitore avrebbe proclamato “Allah Akbar” durante l’attacco e sarebbe stato identificato da una delle vittime ferite come frequentatore di una moschea locale da una delle vittime. Questi dettagli aggiungono complessità alla situazione, suggerendo una profonda analisi delle motivazioni dietro questo gesto violento.