Mistero del Dpcm: sparita la delega ai sindaci

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“L’attesa aumenta il desiderio” e giocando su questo piccolo proverbio, ieri è stato annunciato l’undicesimo Dpcm di questo 2020. Che abbiamo assistito all’ennesima “mania di protagonismo” del premier Giuseppe Conte, credo sia innegabile, ma è diventato anche inutile sottolinearlo. Il palcoscenico creato a misura dell’unico uomo al potere da parte del suo portavoce, ieri più delle altre volte è risultato inutile, a riconferma di una ulteriore azione comunicativa fallita; fallita ancor prima di metterla in scena, dato che le restrizioni del nuovo Dcpm, circolavano da giorni, in una fuga di notizie irrefrenabile.

Rivolta dei sindaci

Nell’ultima settimana abbiamo spesso sentito parlare, tra le varie misure pensate per il contenimento delle nuova ondata di contagio, di  “coprifuoco”. Notizia che inizialmente venne riportata dai giornali, poi smentita, e poi ancora di nuovo riportata come possibile provvedimento, tenendo anche conto del fatto che in altre nazioni (es. Francia) il governo ha istituito il coprifuoco. Nella conferenza stampa di ieri, di coprifuoco di fatto non se ne è parlato, ma in sostanza sì. Ai sindaci è stata rimessa la decisone di disporre la chiusa al pubblico, dopo le ore 21, di vie e piazze dove si creano assembramenti. Si tratta di un vera e propria delega alle autorità locali che però di punto in bianco nel testo definitivo del Dpcm sembra essere scomparsa.

Proprio di punto in bianco, non si direbbe, dato che la risposta dei sindaci a tale norma non si è fatta attendere, in particolare del sindaco di Bari, Antonio Decaro, anche presidente dell’ANCI, seguito da Dario Nardella e Giorgio Gori. Si tratta di un vera è propria critica quella sollevata da parte dei primi cittadini, da non considerare strettamente politica, dato che si parla di esponenti appartenenti a partiti politici componenti la maggioranza di governo, a prova del fatto che la strategia di Conte, confusa e priva di fondamento non funziona.

Governo scaricabarile

Mi viene da dire strategia perché l’intento era quello di affidare maggior autonomia alle autorità locali, ma la “mossa” ancora una volta non è stata precisa. Difatti proprio gli stessi sindaci lamentano il fatto che la responsabilità in questo modo è stata scaricata esclusivamente su un parte delle istituzioni, ma in modo molto generale senza che il governo al contempo dia delle risorse vere e proprie.

Obbiettivamente non c’è un logico e preciso indirizzo, mi viene da pensare: chi controllerà l’accesso alla via o alla piazza perché residente o perché proprietario di un attività in quel tratto di strada? La singola polizia locale? Ma non è una circostanza gestibile con questa singola risorsa di competenza dei singoli comuni.

A vederla, quindi, quella di ieri sera sembra essere nei confronti delle amministrazioni locali, il solito “input Conte” a dire: “io tramite un Dpcm, quindi con pieni poteri, non legittimati da approvazione parlamentare, do a voi sindaci questa piccola possibilità di decidere qualcosa, senza però darvi gli strumenti per farlo, vedete voi come fare”.

Un vero e proprio scaricabarile sui sindaci. Ma non un è caso isolato, perché se la memoria non delude, non è la prima volta che le responsabilità vengono rimesse a qualcuno che non sia il governo. Basti pensare ai cittadini, da sempre primi “scaricabarili”.

Claudia Cardinale, 19 ottobre 2020

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