Piccole curiosità di fine elezioni europee. Abbiamo già parlato del risultato strabiliante del generale Vannacci, capace di raccogliere 500mila preferenze nonostante i mal di pancia all’interno della Lega e nonostante – come dice Cruciani – la mostrificazione portata avanti da politici e giornali di sinistra. Abbiamo già visto come il militare, ora onorevole, abbia battuto Ilaria Salis nelle circoscrizioni in cui erano l’una contro l’altro armati. Ma c’è un altro dettaglio da non sottovalutare. E riguarda la sfida con Alessandro Zan.
I due in fondo sono esattamente agli antipodi. Vannacci è l’autore di quel “mondo al contrario” in cui gli omosessuali venivano definiti “non normali”, cioè non rientranti nella norma. Il generale è anche convinto che l’identità di genere sia un concetto così astruso un po’ come se un 70enne si dichiarasse 20enne per ottenere mutui agevolati. “L’ideologia gender – diceva – è una prevaricazione del senso comune”. Dall’altro lato, Zan è invece l’ideatore di quel disegno di legge tanto discusso e infine abortito dal Senato, che teorizzava e voleva trasformare in legge proprio l’identità di genere come “’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Insomma: il diavolo e l’acqua santa, scegliete voi chi l’uno e chi l’altro.
Ecco perché la sfida elettorale alle Europee era anche un po’ la sfida tra chi si batte contro gender e politicamente corretto e chi invece ne è la bandiera. Risultato: Vannacci e il “senso comune” battono Zan e “il progressismo arcobaleno”. I numeri della circoscrizione Nord Orientale parlano chiaro: Zan risulta il secondo più votato del Pd dietro a Stefano Bonaccini con 93.473 preferenze; Roberto Vannacci è invece il primo del Carroccio con qualcosa come 142mila voti. Stesso discorso per la circoscrizione Nord Occidentale, dove Zan (terzo classificato dem) ha incassato 85mila preferenze e Vannacci (primo leghista) è arrivato a quota 186mila. Facendo la somma: Zan 177mila, Vannacci 328mila. Quasi doppiato.
Chissà se quando accusò il generale di “parlare come un nazista”, il deputato poteva immaginare che le sue parole avrebbero invece convinto mezzo milione di italiani. Forse aveva ragione Vannacci quanto sosteneva che a contestarlo erano “minoranze di persone”, un numero”ben inferiore a quelli che mi sostengono”.
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