Addio Silvio

Montanari patetico ribelle: niente bandiere a mezz’asta a Berlusconi

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tomaso montanari berlusconi

Quando c’è da coprirsi di ridicolo i comunisti non deludono mai e Tomaso con una emme Montanari comunista modestamente lo nacque: dalla cadreghina di rettore dell’Università degli stranieri di Siena, certamente ottenuta per meritocrazia perché i raccomandati stanno altrove, lancia la resistenza a gamba tesa, che proprio non gli si addice: vietate le bandiere a mezz’asta per la morte di Berlusconi “Per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato Berlusconi, è oggi un dovere civile”.

E scatta il primo pernacchio: nessun odio? Ricordare chi è stato? La misura democraticamente autoritaria pare se mai adottata per ricordare a tutti chi sia stato, e sia, Tomaso: fatica sprecata, e un po’ perché pochissimi lo conoscono, e un po’ perché quei pochissimi lo sanno già. Siccome è comunista, Tommy, anzi Tomy, non si tiene e rincara la dose, purtroppo per lui: “Naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati”. Secondo pernacchione in stereo, canale sinistro l’ipocrisia, canale destro l’ideologia.

Per approfondire

Tolta la paccottiglia di repertorio stile Antimafia Duemila, basta un indizio, quello del giudizio necessario: appunto, siete dei poveri comunisti. Che fa rima con opportunisti: tutti in fila per tre col resto di due per entrare nelle sue aziende editoriali, visto che pagava bene, e adesso vorrebbero riverginarsi con trovatine misere come i disegnini, le bandiere ad asta lunga, alla cinese, le feste dell’Arci ove ci si sballa per la dipartita: amorfi, amebe che se gli nomini Mario Mieli si mettono sull’attenti, se gli citi Cesare Battisti, lo stragista, tirano su il pugnetto. Parassitelli che fermentano a vita in quei bivacchi di manipoli che sono i centri sociali e non colgono la distanza tra il passare e il lasciare. “Ah, ha fatto tutto con la corruzione”: ma, ammesso che così sia, una corruzione che ha lasciato una cittadella moderna oggi come 50 anni fa, che ha impiegato decine di migliaia di persone nelle televisioni, che ha immaginato e creato, la sinistra smidollata e rancorosa passa dalla corruzione russa a quella degli emirati e mangia, mangia solo, non lascia mai niente.

Gli manca la prospettiva storica, e sì che si dicono inzuppati di materialismo storico, di finalismo storico. Lo hanno dipinto, a zero condanne, come il superboss dai tempi di Portella della Ginestra, quando aveva suppergiù 10 anni, ma sulle tracimazione mafiose nella sinistra istituzionale, civile e persino religiosa dei “preti sociali”, diventano fatalisti; lo hanno maledetto in fama di puttaniere e pedofilo, come se le puttane del re le avesse inventate lui, ma sulle vergini bambine di Mao, sui sigari democratici di Clinton, sulle Marilyn Monroe che sollazzavano l’intero clan Kennedy, sorrisetti di denti marci e allusioni da bettola, quel machismo sudato, alcolizzato, chiazzato, davvero veterocomunista.

Questo Montanari come una suffragetta o una lumpensciampista può scagliarsi contro la “mercificazione del corpo delle donne” da parte di Berlusconi, così, tutto d’un fiato, mentre la sua sinistra comunista esalta la compravendita di uteri con intorno corpi di donne o tragicamente povere o sciaguratamente avide. E non lo coglie il ridicolo.

Per approdonfire

Ecco, se c’è un peccato che davvero a Berlusconi non possono perdonare, e li capiamo, è di aver fornito loro uno specchio; di averli ridicolizzati nelle loro pretese di supremazia morale e culturale, quando erano e restano patetici (purtroppo la destra di potere, orfana di un Berlusconi già fiaccato, ha subito ricominciato a chiedere il permesso di esistere a questi cialtroni e a vergognarsi di chi è). Non era tipo, questo milanese vitalistico e sbruffone, da patire soggezioni di sorta e questa è la parte migliore del suo lascito, fra molte cose buone, meno buone, discutibili, qualcuna evitabile, qualcuna pure pessima. Ma aveva palle e umanità, e questi poveracci di trinariciuti ipocriti li ha sempre trattati come meritavano.

Non contenti dell’odio demenziale in vita, glielo rinnovano a cadavere caldo come se quello, morendo, avesse voluto far dispetto a loro. E non c’è dubbio che molti, senza di lui, restano completamente privi di una ragione di vita e, in qualche caso, di sovvenzioni. Grigi, frigidi, noiosi, inetti, fondamentalmente disperati, più odiano un cadavere e più si sentono risuonare addosso quella frase immortale: “Perché siete come sempre dei poveri comunisti!”.

Max Del Papa, 13 giugno 2023

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