Matteo Bassetti prova a battere nuovamente il tasto, dolente, del conteggio dei morti di Covid in Italia. Questione spinosa, che si accavalla al lungo dibattito su come e quando emettere il bollettino dei contagi da coronavirus, quel quotidiano appuntamento serale che alcuni vorrebbero eliminare.
Ospite a L’Aria che tira su La7, il direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha puntato il dito contro i moduli che i medici devono compilare quando certificano un decesso. “Ci sono delle cause primarie e poi delle cause accessorie – ha spiegato in diretta – Se in quel modulo il medico scrive ‘positivo al tampone’, automaticamente, purtroppo, il paziente viene classificato con un decesso avvenuto per il Covid. È un argomento che dovrebbe essere affrontato”. Bassetti lo aveva detto già qualche giorni fa: i dati sui morti a causa di Sars-Cov-2 sarebbero “falsati”, così come sarebbero poco precisi anche i dati sui ricoveri in ospedale, con un 30% di pazienti che entrano per altre patologie ma poi vengono “pizzicati” come positivi.
L’idea di Bassetti è questa: analizzare un migliaio di cartelle e vedere quanti di quei decessi sono “realmente legati al virus e quanti ad altre problematiche”. In sostanza: se entri in ospedale, vai al creatore per infarto e casualmente sei pure positivo al virus, non dovresti essere infilato nel calderone decessi per Covid. Dovremmo rivedere le statistiche degli ultimi due anni? Sì, secondo Bassetti. Servirebbe uno studio per capire se “il fenomeno Covid è stato determinante per la morte, cioè mortalità attribuita, oppure è stata una mortalità cruda”.