Andrea Crisanti non può essere certo annoverato tra gli aperturisti di primo pelo. Né tantomeno ha mai fatto parte del partito dei no vax, dei dubbiosi, dei renitenti alla siringa. Nessuno di noi vuole certo affibbiargli simili categorie. Però il suo intervento di ieri sera a In Onda merita di essere ascoltato. Anche perché sta provocando un discreto dibattito.
Secondo Crisanti è evidente che ormai gli italiani sono insofferenti alle restrizioni sul covid, anche perché si sono sottoposti a tre dosi di vaccino proprio per riconquistare spazi di libertà (negata). E tutto sommato rinchiuderli in casa o costringerli di nuovo al distanziamento non sarebbe neppure utile. Con varianti che si diffondo rapidamente come quelle attuali, infatti, sarebbe impossibile pensare di fermare la diffusione. Che fare, dunque? Vietare il concerto dei Maneskin? Rimettere a tutti la mascherina? No. L’obiettivo principale deve essere “proteggere i fragili”. Semplice. Ed è qui che Crisanti sgancia la “bomba”. “Chi muore ogni giorno non sono i no vax, ma nel 98% persone fragili e vaccinate”.
“Il problema è come proteggere i fragili. Siamo in una situazione in cui il virus circola e non c’è accettabilità sociale da parte della popolazione per le misure di restrizione – ha detto il microbiologo – È un dato di fatto di cui prendere atto. Dobbiamo prendere delle misure ad hoc per proteggere i fragili. Loro dovrebbero usare la mascherina, perché protegge”. Poi dovrebbero farsi la quarta dose, campagna per cui siamo quelli più indietro in Europa.
Annoverare le tesi di Crisanti tra quelle dei “no vax” è ovviamente sciocco. Anzi: il microbiologo suggerisce agli anziani e ai fragili di riprendere col quarto giro e di indossare sempre e comunque in Dpi. Però non si può nemmeno far passare sotto traccia quella sua affermazione. La riassumiamo: al momento muoiono più i fragili vaccinati che i no vax. Perché è a suo modo importante? Perché distrugge quella narrazione che, per mesi, il giornale unico del virus ha portato avanti per denigrare chiunque – liberamente – sceglieva per un motivo o per un altro di non immunizzarsi. Anzi: ha fatto passare il messaggio, sbagliato, che chi si sarebbe fatto tre dosi sarebbe stato immune, superman e non infettivo. “Noi non abbiamo avuto il coraggio di dire – ha concluso Crisanti – che i 160 morti al giorno non erano No Vax, ma persone vaccinate e fragili. Tutta la polemica no vax ha creato un corto circuito per cui sembrava che morissero solo i no vax”.