Senza contare che, essendo stato il fascismo un fenomeno storico italiano di portata mondiale, anticipatore e ispiratore di altre nefaste e simili esperienze, il Museo attirerebbe, se ben costruito, studiosi da tutto il mondo. Anche delle arti e della comunicazione, considerati i contributi dati alla modernizzazione dagli intellettuali e artisti fascisti. E tutti, ad esempio, rigorosamente e scientificamente documentati qualche anno fa in una mostra organizzata a Milano dal compianto Germano Celant per la Fondazione Prada.
Non si tratta banalmente di arrivare a dire che il fascismo abbia fatto “anche cose buone”, come temono che possa accadere quelli dell’Anpi come scrivono ancora nel loro documento, ma di comprendere che, in quanto evento storico, non facendo la storia salti, mille fili lo legano al prima e al poi. In effetti, è proprio ciò che fa paura: scoprire che guardando più a fondo nello specchio della storia molti antifascisti ideologici possano riconoscere nei loro nemici una parte non indifferente di se stessi.
Corrado Ocone, 4 agosto 2020