Avrete tutti visto le fotografie, e forse i video, della compravendita di auto Tesla avvenuta alla Casa Bianca. Donald Trump si è comprato un modello rosso, elettrico, l’ha pagato 80mila dollari con un assegno e non potendolo guidare in prima persona lo metterà a disposizione dei dipendenti della residenza presidenziale. Certo: è stato uno “spot” per cercare forse di aiutare l’azienda di Elon Musk che, tra dazi, calo del valore in borsa e aggressioni ai suoi store e acquirenti, non sta passando un buon momento. Eppure in pochi hanno sottolineato un passaggio fondamentale di quella conferenza stampa.
Il video integrale in inglese (ma su Youtube potete selezionare i sottotitoli in italiano, se volete) va fatto partire dal minuto 6.00.
A quel punto infatti Trump confessa che non conosceva molto bene Elon Musk prima che questi lo supportasse con quasi 300 milioni di donazioni per la sua campagna elettorale contro Kamala Harris. “Non so neppure se è repubblicano”, ha scherzato. E in effetti non lo era (oggi pomeriggio vi mostreremo un altro video altrettanto interessante). Poi il presidente Usa ha affermato: “Elon non mi ha mai chiesto niente. Mai un favore (…) Mi ha sostenuto e non ha mai chiesto nulla in cambio”.
In effetti, da quando il tycoon risiede alla Casa Bianca Musk non ci ha fatto un grande affare dal punto di vista economico. L’amministrazione Trump tra i primi provvedimenti presi, e annunciati anche al discorso di insediamento, ha “terminato l’obbligo elettrico” (una mossa illogica, se osservato dal punto di vista di uno dei maggiori produttori di veicoli a batteria d’America) e imposto dazi (che Tesla ha contestato in una lettera ufficiale). Senza contare che l’avversione di molti per Elon, da quando ha scelto di appoggiare il tycoon, si è trasformata in una battaglia senza quartiere alla Tesla: ci sono vip che vendono il loro modello, deputati italiani di sinistra pronti a chiudere il leasing “nazista” appena possibile, gente che ci appiccica sopra adesivi con scritto “l’ho presa prima che Elon fosse pazzo”, ex politici (Rosy Bindi) che vendono le azioni in fretta e furia e attivisti green che prendono di mira i suoi negozi. “Quando ho cancellato l’obbligo elettrico – ha raccontato Trump – mi sono chiesto: chissà quando chiamerà Elon per scatenare l’inferno contro di me. E non lo ha mai fatto. Se fossi stato in lui avrei chiamato, perché forse lui è anche migliore di me”.
Il punto fondamentale, su cui entrambi concordano, produttore di auto elettriche e presidente amante dei mezzi a benzina, è un caro vecchio principio che invece i “democratici” hanno abbattuto sotto i colpi dell’ideologia verde: il libero mercato. Cioè la libertà di scelta. Il punto non è essere a favore o contro l’auto elettrica, ma essere a favore di qualsiasi auto il compratore voglia acquistare. Ed è questo che Musk e Trump hanno riaffermato in quella compravendita davanti alla Casa Bianca. “Non significa essere per l’elettrico o per la benzina – ha detto The Donald ai giornalisti – Le persone possono scegliere”. Una lezione che anche l’Europa dovrebbe cogliere, anziché insistere nei folli obblighi elettrici del 2035.
Ps: a chi critica lo “spot” di Trump alla Casa Bianca occorre anche rinfrescare la memoria. Anche Biden infatti fece qualcosa di simile, solo con altri produttori di elettriche. Riportiamo testuale dal New York Times. “L’anno era il 2021 e il Presidente Joe Biden stava annunciando regole più severe sull’inquinamento e promuovendo le sue politiche sui veicoli elettrici. Dietro di lui, sul prato, c’erano esemplari scintillanti, un Ford F-150 Lightning, una Chevrolet Bolt EV, una Jeep Wrangler, e gli amministratori delegati delle aziende che li hanno prodotti. Ma il più grande produttore di veicoli elettrici della nazione non si vedeva da nessuna parte. ‘Sembra strano che Tesla non sia stata invitata’, ha twittato Musk prima dell’evento. La Casa Bianca di Biden ha giustificato l’assenza osservando che le case automobilistiche invitate erano i tre maggiori datori di lavoro del sindacato United Automobile Workers, un sindacato molto potente, e ha suggerito che l’amministrazione avrebbe trovato altri modi per collaborare con Tesla. (L’astio dei sindacati nei confronti dei veicoli elettrici divenne in seguito un problema per Biden). Ma oggi quel momento è visto come un punto di svolta in una faida tra Musk e Biden che alcuni democratici dicono di rimpiangere profondamente”.