Un vincente per tornare subito a vincere o quantomeno per tornare immediatamente a lottare ai piani alti della classifica. Non si potrebbe descrivere diversamente l’arrivo di Antonio Conte al Napoli.
Il club del Presidente De Laurentiis aveva già provato ad accaparrarsi il tecnico salentino durante la stagione appena conclusa, tentando un avvicendamento in corsa per la sostituzione di Rudi Garcia. Tentativo di fatto andato a vuoto, in primo luogo per la volontà di Conte di non intervenire da subentrante e per la neppure troppo malcelata intenzione di sposare un nuovo progetto tecnico a partire dall’estate.
Ecco quindi che a distanza di alcuni mesi da quei primi ammiccamenti, il matrimonio tra Conte e il Napoli giunge a compimento ed appare innegabile come questo intrigante binomio crei grandi aspettative in vista della nuova stagione.
Difficile dire se Conte e il Napoli si siano scelti perché rappresentassero fin da subito la prima opzione l’uno per l’altro o più semplicemente perché ad un certo punto siano diventati reciprocamente la migliore tra le alternative possibili. Gasperini (rimasto poi a Bergamo) sembrava l’opzione numero uno per i partenopei ed anche quello di Pioli (in uscita dal Milan) era un profilo gradito; tuttavia l’opportunità di arrivare a Conte appariva troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e De Laurentiis ha così deciso di affondare il colpo per accaparrarsi un vero top player della panchina, uno dei pochi allenatori in grado di spostare gli equilibri.
Conte dal canto suo non aveva fatto mistero della propria preferenza per un club italiano e quella di Napoli rappresentava evidentemente la piazza ideale – per stimoli e contesto – da cui ripartire per rilanciare la propria sfida al vertice del calcio nostrano. E la sensazione è che questo sodalizio abbia tutti i crismi per essere di tipo “win win”, con club e allenatore che potranno trarne il massimo beneficio già dal prossimo anno.
Il Napoli è uscito a pezzi da una stagione a dir poco disastrosa; se da un lato il cosiddetto “back to back” (vittoria di 2 titoli consecutivi) non era impresa semplice, allo stesso tempo era quasi inimmaginabile una annata così deludente, in cui sono naufragati tutti gli obiettivi, e che sarà ricordata tra le peggiori di sempre per una squadra Campione d’Italia in carica. Serie A chiusa addirittura al 10° posto con annessa mancata qualificazione alle coppe europee; prematura estromissione dalla Coppa Italia (inopinata debacle casalinga agli ottavi con il Frosinone) ed uscita di scena agli ottavi di Champions al cospetto di un Barcellona certamente non irresistibile. Unico “sussulto” quello rappresentato dalla Supercoppa Italiana in cui i partenopei si sono inchinati in finale all’Inter ma hanno saputo dare filo da torcere alla Beneamata.
Da segnalare poi come gli azzurri abbiano chiuso il campionato a quota 53 punti ad un siderale -41 dall’Inter della seconda stella (ed a -37 dal Napoli tricolore di Spalletti) in una stagione che ha visto avvicendarsi in panchina ben 3 allenatori con i subentranti Mazzarri e Calzona che non sono riusciti in alcun modo a dare una sterzata positiva, facendo peggio – media punti alla mano – di quel Rudi Garcia che la stagione l’aveva iniziata.
Anche se sembra quasi paradossale, a distanza di poco più di un anno dalla conquista del terzo tricolore della propria storia, il Napoli si trova di fronte ad una vera “rifondazione” ed il ricordo di quello scudetto è già terribilmente lontano e sbiadito.
In un simile contesto Conte appare il tecnico ideale per ricostruire, plasmando la squadra a propria immagine e somiglianza e trasmettendole quella personalità e quella mentalità vincente che soltanto un tecnico con il suo pedigree può dare. Da sottolineare poi che se Conte ha scelto il Napoli è perché ha avuto idonee garanzie in merito all’allestimento di una rosa competitiva e ci sono quindi i presupposti per lottare fin da subito per lo scudetto; proprio in questa ottica, l’arrivo di Conte al Napoli può per certi versi sparigliare le carte, facendo fare ai partenopei un deciso salto in avanti nelle gerarchie in vista del prossimo campionato fino a conferire agli azzurri lo status di rivale numero uno dell’Inter.
Il tecnico salentino è un motivatore eccellente, in grado di spingere i propri calciatori oltre i propri limiti fino a raggiungere risultati di squadra che spesso e volentieri superano i valori “teorici” dei singoli; questa attitudine innata, abbinata ad un mercato estivo importante e funzionale al nuovo progetto tecnico, può ridurre in modo deciso quel gap, all’apparenza quasi incolmabile, che oggi separa i partenopei dai nerazzurri.
E paradossalmente, proprio una delle “eredità” della disastrosa stagione appena archiviata può fornire un ulteriore assist per l’immediato ritorno ai vertici del Napoli; con la mancata qualificazione alle coppe europee infatti i partenopei potranno concentrare le proprie energie esclusivamente sulla Serie A con il non trascurabile vantaggio di disporre di una intera settimana di lavoro per preparare con meticolosità ciascun match di campionato. Ed in tale ottica sappiamo bene quanto possa essere dispendiosa a livello fisico e mentale la campagna europea con inevitabili ripercussioni in termini di stanchezza, infortuni e punti persi per chi è costretto a giocare ogni 3 giorni; problematiche queste che, almeno nella prossima stagione, non affliggeranno i partenopei.
Nell’attesa di capire quali saranno i colpi da 90 del nuovo DS Manna e come verranno gestite le prime “grane” del mercato estivo (dal caso Di Lorenzo al destino di Kvara), già la scelta del nuovo allenatore testimonia le grandi ambizioni di un club pronto a rilanciare la propria candidatura per lo scudetto e che sembra aver fatto tesoro dei tanti errori commessi dopo la conquista del terzo tricolore (cui non si è riuscito a porre rimedio nel corso di una stagione iniziata male e finita peggio).
E se Conte e De Laurentiis – dotati entrambi di un carattere forte – sapranno coesistere e collaborare in modo positivo e costruttivo senza frizioni o eccessivi personalismi, il futuro (immediato) del Napoli non potrà che essere radioso (e vincente).
Enrico Paci, 4 giugno 2024
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