Scivolone "involontario"

Napolitano, la gaffe di Gentiloni che nessuno ha notato

Ai funerali laici dell’ex presidente una “involontaria gaffe” del commissario Ue. Capezzone: “Controffensiva rispetto a cosa?”

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Paolo Gentiloni Giorgio Napolitano funerali

C’è un passaggio del discorso di Paolo Gentiloni, durante i funerali laici di Stato per Napolitano, che in pochi hanno considerato a dovere. Una “gaffe”, arriva a definirla Daniele Capezzone, l’unico a cogliere il senso profondo di quelle parole. O meglio il sottinteso che nascondono.

L’ex premier italiano, oggi commissario Ue in rotta col governo nostrano, ha parlato a tutto campo della famosa “dimensione europeista e atlantista” dell’ex comunista diventato Capo di Stato. I parlamentari riuniti a Montecitorio, insieme a Sergio Mattarella, Emmanuel Macron, Frank-Walter Steinmeier e altri illustri ospiti, hanno ascoltato attentamente. E lo stesso avranno fatto anche le poche decine di persone che sono passate davanti ai sovradimensionati maxischermi in piazza. Gentiloni ha detto che Napolitano “prendeva sul serio la democrazia e per lui la democrazia in Italia, come in Europa, era innanzitutto il Parlamento“. Ha parlato della “preoccupazione” con cui osservava l’inizio degli incrementi dei flussi migratori. Ha ricorda come abbia “compreso in anticipo” l’importante che l’Ue si gettasse nella transizione climatica. Ma soprattutto – ha scandito Gentiloni – “fu colpito dalla Brexit, lui che teneva al fianco della scrivania la foto di Churchill e della famiglia reale sul balcone dopo la vittoria della guerra. Ma non cedette alla rassegnazione: parlò della necessità di una controffensiva europeista”.

https://youtu.be/snaT6JMzLuc?si=VhwS7KDyA6YN3W1M&t=7191

Ed è proprio questo passaggio sulla “controffensiva europeista” che Capezzone oggi, nel suo editoriale, sottolinea con dovizia di particolari. Il direttore di Libero parla di una “involontaria gaffe” che “non a caso nessuno ha colto” e che “illustra bene la forma mentis di molti dei protagonisti di ieri”. “Una controffensiva rispetto a cosa? – si chiede Capezzone – Rispetto a una decisione popolare, a un referendum, a un pronunciamento democratico. Non intendo dire che vox populi e vox dei coincidano, per carità: ma è curioso il riflesso automatico per cui questi signori pensino regolarmente di dover correggere un popolo bambino, pilotarlo, tenerlo paternalisticamente per mano. Eppure la democrazia dovrebbe funzionare al contrario: è il popolo che dà i voti, non gli eletti che danno le pagelle agli elettori”.

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