La tempesta, la nave che affonda, i passeggeri che cercano una via di fuga. Prendono forma piano piano i contorni della tragedia Porticello, vicino Palermo, dove il veliero Bayesian è sprofondato nelle acque oscure, lasciando una scia di dolore con sei vittime e numerosi quesiti senza risposta. Questo sinistro, avvenuto nella notte di lunedì, ha subito attratto l’attenzione delle autorità investigative e dell’opinione pubblica, ansiose di comprendere le dinamiche e le cause dietro questo disastro.
I soccorritori, giunti sul posto, si sono trovati di fronte a una scena desolante: cinque delle sei vittime erano chiuse all’interno di una cabina, in quello che sembra essere stato un tentativo estremo di trovare ossigeno. Questo particolare, rivelato dal sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano, ha gettato luce sulla disperata lotta per la sopravvivenza affrontata dai passeggeri nei momenti finali.
Le indagini sulla tragedia hanno preso il via con determinazione. Sebbene le autopsie non siano state ancora completate, gli inquirenti stanno già sondando le responsabilità. I reati ipotizzati sono naufragio e omicidio colposo plurimo. Fino ad ora, nessuna accusa formale è stata rivolta contro il comandante o altri membri dell’equipaggio, ma la teoria che errori umani abbiano contribuito all’affondamento guadagna terreno. James Cutfield, il comandante, sarà interrogato ulteriormente per fare chiarezza sugli eventi tragici. Al momento sia lui che i membri dell’equipaggio sono liberi di lasciare il Paese.
Uno degli aspetti cruciali sotto la lente d’ingrandimento è il comportamento del comandante e dell’equipaggio prima del naufragio. Quasi tutti i membri dell’equipaggio, eccetto il cuoco, si trovavano sul ponte, con uno di loro incaricato della vigilanza meteorologica. Questo elemento suggerisce che fossero consapevoli dei rischi, mentre sei ospiti, colti probabilmente nel sonno, non hanno avuto scampo. Le indagini hanno rivelato che il Bayesian è stato colpito da un “downburst“, un fenomeno atmosferico violento che ha potuto avere una parte decisiva nell’affondamento. Sebbene l’ipotesi di una tromba d’aria rimanga aperta, solo esaminando il relitto si potranno ottenere risposte concrete.
Gli investigatori stanno cercando una sorta di “scatola nera” all’interno del veliero, che potrebbe rivelare dettagli critici sull’accaduto. Tuttavia, il recupero di questo dispositivo risulta complesso e pericoloso. “Il veliero è affondato di poppa in brevissimo tempo”, ha spiegato il sostituto procuratore Raffaele Cammarano titolare dell’inchiesta. Le vittime si sarebbero svegliate quando ormai l’acqua imbarcata da poppa aveva raggiunto le cabine. A quel punto hanno cercato disperatamente una bolla d’aria per sopravvivere, senza riuscirci.
Il procuratore Ambrogio Cartosio ha evidenziato le sfide nella comunicazione delle informazioni all’opinione pubblica, sottolineando il delicato equilibrio tra il rispetto delle procedure legali e il bisogno di trasparenza.