La morte in carcere di Navalny è stata utilizzata subito per demonizzare ulteriormente la Russia e il suo presidente. Basta sfogliare i giornali, anche quelli online, per apprendere che si tratterebbe di un omicidio e che il mandante, ovviamente, sarebbe Putin. Ok, quando una persona muore in carcere c’è sempre qualcosa da chiarire. Ma come, signori, non è forse complottismo attribuire senza alcun dubbio quella morte ad una decisione di Putin? E se fosse morto per un coagulo di sangue?
Eh no, in questo caso non può essere: è stato sicuramente ammazzato. In questo caso il complottismo è lecito. E allora tutti sono diventati complottisti. Tutti a piangere sul morto “ammazzato” in carcere, dopo non aver speso neppure una lacrima per il giornalista americano Gonzalo Lira, morto in una prigione ucraina. E pure tutti in silenzio sul trattamento riservato da anni nelle carceri inglesi ad Assange. È questa la malattia dell’Occidente: la sua ipocrisia. Se preferite, double standard.
Che vantaggio ne avrebbe Putin a ridosso delle elezioni politiche in Russia, nessuno se lo chiede. Diciamolo con chiarezza: per il presidente della Federazione è solo una seccatura in più. Dalla morte di Navalny non trae alcun vantaggio. Ma ci vuole altro per indebolirlo. Chi conosce un po’ la situazione interna alla Russia sa bene che fatti di questo genere non incidono più di tanto nell’opinione pubblica. Per la gente comune fa più notizia la morte dei bambini massacrati a Belgorod dai missili ucraini della morte improvvisa di Navalny, il quale come “mito” dell’opposizione era solo una costruzione dell‘Occidente. La vicenda può essere, insomma, utile all’Occidente solo per continuare a demonizzare all’esterno la Russia. Ma solo nel cosiddetto “Occidente” poiché nelle altri parti del mondo la notizia ha lasciato indifferenti.
Un’ultima mia considerazione “complottistica”. Forse non sapremo mai com’è morto Navalny, ma non possiamo dimenticare una cosa, ovvero che l’uomo era ormai stato “scaricato” dall’Occidente e aveva iniziato a parlare di tante cose che l’Occidente preferiva restassero nascoste. Tappargli una volta per sempre la bocca, addossando la colpa a Putin, è una ipotesi tutt’altro da escludere e potrebbe, inoltre, essere indirettamente un messaggio indirizzato a Zelensky. Quando sarai scaricato, anche tu farai la stessa fine.
Paolo Becchi, 18 febbraio 2024
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