Nella notte è andato in scena il primo dibattito per la sfida alla Casa Bianca. Biden suscita tenerezza, l’ultimo sentimento che un presidente USA dovrebbe generare. Trump, con una dialettica solidissima, tocca i tasti giusti per titillare l’americano medio. Il vero vincitore? Il sonno.
L’ingresso di Biden e Trump
Il presidente in carica prende posto in studio con la stessa verve che avrebbe un nonnetto italiano nell’entrare al circolo di Burraco dopo un pranzo domenicale con una onesta quantità di lambrusco: accennando un sorriso, ma con andamento evidentemente incerto. Il tycoon invece entra a passo svelto ma sicuro, carismatico come sempre.
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La prima mezz’ora si rivela abbastanza cordiale. I due si scambiano accuse reciproche sui problemi dei rispettivi mandati: Trump attacca Biden in merito alla fantozziana ritirata delle truppe dall’Afghanistan; Biden accusa Trump del fatto che durante la sua presidenza l’economia USA ha subito una flessione (dimenticando una cosuccia da niente chiamata Covid19).
Lo scontro sull’aborto
Il dibattito si sposta poi sull’aborto e sull’annullamento (ad opera della Corte Suprema) della sentenza “Roe vs Wade” che garantiva accesso all’interruzione di gravidanza in tutti gli Stati Usa. Per Biden è inaccettabile, per Trump (deus ex machina della corrente conservatrice della Corte Suprema), è invece giusto rimettere ai singoli stati la decisione sul diritto all’aborto.
Poi confini, economia interna, disoccupazione, inflazione ed altri temi che francamente non sono riusciti a generare un dibattito quantomeno godibile. Un Ping Pong di accuse e nulla più. Probabilmente la palpebra cala anche a causa del fatto che ormai Trump e Biden sono rispettivamente alla terza e alla seconda candidatura: li conosciamo benissimo.
La politica estera di Biden
Tra un “Bugiardo!” e un “Io bugiardo? Bugiardo tu!” si arriva ad un tema certamente più interessante per chi segue la bagarre dall’altra parte dell’oceano atlantico: la politica estera. Biden rimarca l’importanza della NATO e la necessità di arginare la Russia. Trump ribadisce che le richieste di Putin non sono accettabili, ma sostiene che duecento miliardi di dollari all’Ucraina siano una cifra folle e che non contribuirà a costruire la pace. Rimarca inoltre che l’attacco russo deriva dalla debolezza espressa dall’attuale presidente e dalle sue figuracce collezionate in giro per il mondo. In uno slancio d’orgoglio Joe smette per un attimo di essere Sleepy e accusa Trump di aver dato carta bianca a Putin durante il suo mandato.
Il cambiamento climatico
Poi il climate change. Biden attacca Trump definendolo folle per essere uscito dagli accordi di Parigi. Donald rammenta a Biden che non ha senso contenere le emissioni se Cina, India e co. continuano ad inquinare come non ci fosse un domani.
Dopodiché, le solite accuse: “Ti sostengono i neonazisti!” “Perché non fai un test cognitivo?” “Sei un criminale!” “Io criminale? Forse stavi parlando di tuo figlio!”. E così via, il dibattito scivola ai titoli di coda.
Dulcis in fundo, i due si salutano definendosi reciprocamente i peggiori presidenti della storia. Si chiude così il primo, soporifero, dibattito per la corsa alla Casa Bianca.
Alessandro Bonelli, 28 giugno 2024
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