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“Negazionista climatico”: gli anti bufale scrivono bufale

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C’è un blog – si chiama Climalteranti – che mi segue con l’insistenza dello stalker. Qualunque cosa io faccia è da costoro registrata e commentata con parole a pH=0. A loro di me non piace nulla e, d’altra parte, non sono nato (io come chiunque) per piacere a tutti. Tra loro e me la differenza (dovrei dire al plurale, perché le differenze sono moltissime, ma mi limito alla principale) è che loro sostengono che la CO2 antropica alteri il clima (da cui il nome del blog) mentre io no.

Ma, mentre io ho sempre accettato questa diversità di pareri, a loro la cosa li fa imbestialire fino al punto di farli sentire autorizzati ad attaccarmi sul piano personale, a volte al limite della diffamazione, tant’è che una del loro comitato scientifico è stata recentemente rinviata a giudizio dalla Procura di Milano proprio per diffamazione aggravata nei miei confronti.

Una volta fui invitato da Lilli Gruber a Otto&Mezzo: senza neanche pensare, come fanno di solito, presero penna e calamaio e scrissero protestando con veemenza contro di me alla redazione di La7, chiedendo loro di non invitarmi mai più. Naturalmente a La7 non se li filarono, visto che quella emittente m’invitò diverse altre volte. Sbraitano che non sono climatologo, e infatti non lo sono e se qualcuno mi apostrofa tale non ometto mai di correggerlo. Però non lo sono neanche loro e, in particolare, non lo è il responsabile del blog, che mi risulta essere un ingegnere ambientale, che più volte si presenta professore universitario ma, se lo si cerca nell’organico del Miur, il suo nome non si trova né tra i professori né tra i ricercatori.

Naturalmente essere professore universitario non è un merito e non esserlo non è un demerito. Dico solo che il blogger di Climalteranti non è nell’organico del Miur, anche se più di una volta s’è presentato professore universitario. Non ho capito se si presenta come climatologo, però è certo che 1) non lo è, 2) sdottora di climatologia, 3) vorrebbe che io non toccassi l’argomento perché io non lo sono. Insomma, siamo al bue che dà del cornuto all’asino.

Recentemente si sono imbestialiti con l’ultimo mio articolo qui sulla Zuppa. Il succo dell’articolo – abbiate pazienza se mi ripeto – era questo: al netto di una serie di complessi fenomeni di scambi termici tra Sole e Terra e che qui non interessano, l’effetto serra G è la differenza tra l’energia radiante infrarossa emessa dalla superficie della Terra (chiamiamola B) e quella parte di essa che viene restituita nello Spazio (chiamiamola A):

G = B – A        (1)

Secondo l’Ipcc, G vale quasi 160 W/m². Sempre secondo l’Ipcc, se la concentrazione di CO2 raddoppia, allora:

1) G aumenta di quasi 4 W/m² e diventa quasi G=164 W/m²,
2) la temperatura del pianeta aumenta di 3 gradi, cosicché B aumenta di 16 W/m²,
3) la quantità A diminuisce.

In definitiva, secondo l’Ipcc 4 è uguale ad una quantità maggiore di 16:

4 = 16 – A > 16     (2)

È evidente che i calcoli dell’Ipcc sono errati. Quelli di Climalteranti si sono arrabbiati, e si sono esibiti in un complicatissimo pistolotto senza di fatto sconfessare l’errore nella relazione (2).

Inoltre – notavo io nell’articolo – all’Ipcc si sono inventati l’esistenza di feedback positivi che farebbero andare in fiamme il pianeta: un aumento di 3 gradi della temperatura comporta che CO2 (gas serra) e vapor d’acqua (altro gas serra), dagli oceani va in atmosfera, e comporta lo scioglimento del permafrost con immissione di metano (altro gas serra) in atmosfera; gli aumentati gas serra comporterebbero un ulteriore aumento di temperatura, che a sua volta etc. etc. Insomma, un effetto valanga disastroso. Però – notavo – siccome negli ultimi 500.000 anni la temperatura del pianeta è aumentata anche di oltre 10 gradi senza che alcun effetto valanga disastroso sia occorso, è evidente che il sistema climatico non è così instabile da produrre effetti valanga.

In proposito quelli di Climalteranti scrivono: «Sottolineiamo che per sostenere tutto questo Battaglia non usa nessuna formula, nessun modello. Insomma, pensieri in libertà». Non capiscono che, a questo proposito, io uso solo i FATTI (fatemi scrivere la parola in maiuscolo, tanto essa è importante nella scienza): nessun fenomeno di runaway è occorso in passato, nessuno ne occorrerà in futuro.

Ma insistono: «Fenomeni di runaway climatico sono esistiti in passato, e niente ci garantisce che non possano accadere nel prossimo futuro». Nel blog qualcuno ha loro chiesto di dire quando sarebbero esistiti in passato fenomeni di runaway, e io stesso ho posto personalmente la domanda a uno degli autori del pistolotto. Ma, a oltre 2 giorni dalla domanda, si sono ben guardati dal rispondere.

Il vizio di rivendicare correzioni di presunti errori che però non correggono nulla sembra essere un’abitudine a casa Climalteranti. Alcuni anni fa scrissi un libretto titolato «Mezze stagioni, mezze verità». Immediatamente apparve sul blog Climalteranti un articolo – è ancora lì – così titolato: «Franco Battaglia: 112 errori in 31 pagine».

Vorrei poter dimostrarvi che non dimostrano nulla, ma siccome 112 sono tanti, e né io né voi abbiamo tempo da perdere con Climalteranti, ne scelgo alcuni a caso e, per non dare l’impressione che li scelga in modo selettivo, commento solo gli errori numerati con numeri primi: 2,3,5,7,11,13,17,19,23, etc. Tra virgolette riporto le parole dell’articolo di Climalteranti e, subito dopo, il mio debunking.

Due. «Pag. 10 “Ed è da dodicimila anni, cioè da quando il pianeta cominciò a uscire dall’ultima era glaciale…” Errore 2. La fine del periodo glaciale inizia circa 18.000 anni fa».

A sostegno dell’affermazione rimandano ad un link che non porta a niente. Invece, leggo da Wikipedia: «The Last glacial period, also known colloquially as the Last ice age or simply ice age, occurred from the end of the Eemian to the end of the Younger Dryas, encompassing the period of 115.000–11.700 years ago». E 11.700 mi pare ben approssimato da 12.000, e non da 18.000. 

Tre. «Pag. 10 “Ed è da dodicimila anni… che i livelli del mare si sono elevati: di oltre cento metri rispetto ad allora, e stanno continuando a farlo al ritmo di 2mm l’anno…”  Errore 3. L’innalzamento medio attuale è di 3.2 mm/anno». 

A sostegno dell’affermazione rimandano ad un link della Nasa. Per gli anni post-industriali che ci interessano, la Nasa, proprio al link suggerito dai Nostri, fornisce un grafico di innalzamento dei mari nei 118 anni compresi fra il 1900 e il 2018:

Da esso si evince che i mari si sono elevati di 205 mm in 118 anni, cioè di 205/118=1.7 mm/anno, che è poco meno dei 2 mm/anno da me dichiarati. 

Cinque. «Pag. 10  “Né, d’altra parte, l’attuale optimum climatico ha raggiunto ancora i massimi di temperatura che si raggiunsero, in assenza di attività umane, negli optimum climatici precedenti”. Errore 5.  Negli optimum climatici precedenti le temperature erano inferiori alle attuali».

A sostegno dell’affermazione rimandano al solito link che non porta a niente. Invece ecco una ricostruzione delle temperature degli optimum climatici degli ultimi 500.000 anni (copyright il Noaa, National oceanic and atmospheric administration degli Usa):

Da questo grafico si evince non solo che negli optimum climatici precedenti la temperatura raggiunse valori maggiori di oggi, ma anche che ciò avvenne nonostante la concentrazione atmosferica di CO2 si sia mantenuta, negli ultimi 500.000 anni, sempre inferiore a 300 ppm, mentre oggi è superiore a 400 ppm: insomma la CO2 antropica non altera il clima, circostanza che dovrebbe far chiudere il sito Climalteranti, la cui esistenza si fonda su quel falso assunto. Infine, dal grafico si evince che la temperatura nel passato variò di oltre 10 gradi, senza che il pianeta sia andato in ebollizione.

Sette. «Pag. 10 “Per esempio, durante l’ultimo optimum climatico, vi sono stati periodi caldi (olocenico, romano e medievale), intervallati da cosiddette piccole ere glaciali, l’ultima delle quali durò qualche secolo ed ebbe il suo minimo 400 anni fa…” Errore 7. La ricostruzione scientifica delle temperature globali degli ultimi millenni  non identifica questa variazione di “periodi caldi” e piccole “ere glaciali” che è una rappresentazione qualitativa che Battaglia supporta con grafici fasulli e non considerati in ambito scientifico (come quello qui sotto)»:

A sostegno dell’affermazione rimandano ad un link di “pagina non trovata”. La ricostruzione scientifica delle temperature globali degli ultimi millenni identifica benissimo questa variazione di “periodi caldi” e piccole “ere glaciali”. Non solo il grafico precedente da me effettivamente riprodotto nel mio libretto, che non è fasullo, ma è ottenuto dai lavori, pubblicati sulla rivista scientifica Nature, di Darsgaard (1969) e di Schönwiese (1995). Ma la identifica anche la ricostruzione della estensione dei ghiacciai Alpini degli ultimi 12.000 Alpi (Kutschera et al., 2015):

E lo stesso Ipcc identifica i Periodi caldi olocenico, romano e medievale: la figura seguente è presa proprio da uno dei Rapporti dell’Ipcc:

Undici. «Pag. 11, ”A dispetto di una crescita senza sosta delle emissioni d’anidride carbonica, la temperatura media del pianeta è al momento stabilizzata ai livelli di 15 anni fa”. Errore 11. Nel 2015 la temperatura è stata nettamente più elevata che nel 2000».

Contrariamente alla loro affermazione, ecco le temperature medie del pianeta degli ultimi decenni:

Non so a voi, ma a me sembra che negli anni 1999-2014 non si osserva alcun aumento di temperatura. Aggiungo che in una sua conferenza il prof. Steven Chu, premio Nobel per la Fisica, già Ministro per l’energia nel governo Obama, e sostenitore delle cose che sostengono quelli di Climalteranti, nella conferenza Energy and Climate Change, Challenges and Opportunities” che potete ascoltare su YouTube, tra il minuto 6 e il minuto 7 dichiara che appunto negli anni da me indicati la temperatura del pianeta è rimasta costante (lui dice “flat”). 

Tredici. Pag. 12. “Questi impianti alternativi non funzionano (è un fatto tecnico)”. Errore 13. Non è dato sapere quale sarebbe questo “fatto tecnico”, in realtà funzionano, eccome».

Qui scrivevo degli impianti fotovoltaici (Fv). A sostegno del fatto che essi “funzionano, eccome”, Climalteranti rimanda ad un link che ci informa di quanti ce ne sono nel mondo e qual è la loro produzione. Per l’Italia, sono 24 GW installati a fronte di una produzione di meno di 3 GW: quindi non funzionano. Il “fatto tecnico” cui mi riferivo lo accennavo in quella stessa pagina 12. Per farla breve: gli impianti Fv funzionano solo se il sole brilla, ma noi abbiamo bisogno di energia elettrica anche quando il sole non brilla.

Diciassette. Oops… non esiste alcun 17mo errore! Di fatto i 112 errori non ci sono! Sebbene il titolo dell’articolo promette di elencare 112 errori, di fatto ne elenca solo 16. Che ci volete fare: son così questi di Climalteranti: parlano, parlano, ma alla fine…

Vabbè, visto che sono solo 16, nel prossimo articolo qui sulla Zuppa faremo il debunking anche di quelli con numero d’ordine non primo (1,4,6,8,9,10,12,14,15,16). 

Chiudo con la domanda: quando sarebbero occorsi fenomeni di runaway climatico?

Franco Battaglia, 26 gennaio 2023