Le elezioni regionali in Lazio e Lombardia prima, il voto per la segreteria dopo. Le prossime settimane potrebbero risultare cruciali per il futuro del Partito democratico, che rischia seriamente di uscire con le ossa rotte da un mese di febbraio che si preannuncia rovente.
In primo luogo, la tornata elettorale in programma domenica 12 e lunedì 13 potrebbe sancire una rovinosa debacle per i dem: se infatti in Lombardia la sconfitta sembra ormai cosa certa, in Lazio appare altamente probabile. Troppo avanti nei sondaggi il centrodestra per sperare in un colpo di coda del duo D’Amato-Majorino. Ma le brutte notizie per il Pd non finiscono certo qui. Anzi, tutt’altro.
Il peggio potrebbe arrivare dopo il voto per l’elezione del nuovo segretario. Quella per la segreteria nazionale è di fatto una corsa a due tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, con l’attuale presidente dell’Emilia Romagna in discreto vantaggio su quella che fino a qualche mese era stata la sua vice. Ma a prescindere da chi sarà il nuovo segretario per i dem non si profila nulla di buono all’orizzonte. Perché, se da un lato una vittoria del renziano Bonaccini finirebbe col mettere il partito sotto la sfera di influenza di Matteo Renzi, dall’altro, un’eventuale (ma poco probabile) trionfo della Schlein, esporrebbe il Pd al rischio (neanche troppo remoto) di una scissione.
Difficilmente, infatti, la componente più riformista del partito sarebbe in grado di digerire una segreteria a guida Schlein, che tutto si preannuncia fuorché moderata. Ed in tal caso, non è utopico immaginare che una folta pattuglia di dem possa traslocare armi e bagagli verso quel terzo polo di cui proprio Renzi è interprete ed ideatore. Insomma, tempi duri per il Partito democratico, a cui il destino potrebbe riservare, già dalle prossime ore, delle cocenti delusioni.
Salvatore Di Bartolo, 10 febbraio 2023