Di queste cifre, agli Stati Generali di Villa Pamphilj nessuno discute, così come è accantonato il piano Colao, con alcune uscite folkloristiche come quella di Mariana Mazzucato, stellina statalista piddina, ispirata a Nanni Moretti nel domandarsi: “mi si nota di più se firmo o se non firmo il Piano”? E decidendo poi di non firmare, ha confermato la classica linea dicotomica protagonista-attendista di “Giuseppi”: titoli sui giornali, apparizioni in tv e diluvio di tweet per prendere tempo e tirare a campare. Ma la situazione politica è ormai esplosiva, con la Lega e i 5 Stelle che rischiano di spaccarsi molto rapidamente, anche perché al Quirinale comincia già a delinearsi l’identikit di un nuovo Presidente del Consiglio e di un nuovo Ministro dell’Economia che possano essere davvero in grado di gestire questa seconda ardua fase di rilancio. Sempre che l’Europa non ci metta sotto tutela imponendoci la Troika, come è successo con la Grecia.
Sarebbe la conferma che, con i nomi, Conte non ha proprio fortuna: con “avvocato degli italiani” è diventato difensore solo di sé stesso; con gli “Stati Generali” rischia di finire ghigliottinato proprio come Luigi XVI che, per primo, li ha creati.
Luigi Bisignani per Il Tempo, 14 giugno 2020