La curva di carico che vediamo qui sopra è qualitativamente la stessa ogni giorno dell’anno per ogni Paese del mondo: in particolare, intorno alle 6-7 della sera si ha il carico di picco (che per l’Italia è circa 50 GW). Vediamo quindi immediatamente perché il fotovoltaico non dovrebbe avere alcun ruolo in alcuna politica di produzione elettrica: alle 6-7 della sera, quando c’è il picco massimo di assorbimento elettrico, il sole non brilla e, quindi il fotovoltaico conta zero. Né è detto che il vento soffi, e quindi anche su eolico non possiamo fare alcun affidamento.
Di conseguenza, per soddisfare il picco massimo, abbiamo bisogno degli impianti – che chiamerò convenzionali – i principali dei quali, nel mondo, sono: a carbone, a gas naturale, idroelettrico, nucleare, a olio combustibile. Essi nel mondo forniscono oltre il 90% dell’energia elettrica. Naturalmente, una volta che abbiamo impianti necessari per soddisfare il massimo del carico elettrico, essi soddisferanno anche ogni carico inferiore, e pertanto non abbiamo bisogno di impianti aggiuntivi, tipo eolico e fotovoltaico.
Sorge l’obiezione: potremmo servirci di impianti di accumulo. La risposta è no, e se volete sapere perché andate ad ascoltare di nuovo la pillola numero 5.
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Potremmo usare questi impianti quando brilla il sole o soffia il vento, così risparmieremmo sul “combustibile” degli impianti convenzionali – cioè risparmieremmo acqua per gli impianti idroelettrici, uranio per quelli nucleari, combustibili fossili per gli impianti a carbone, gas naturale o petrolio? Anche qui la risposta è no: e lo chiarirò nella prossima pillola n.8.
Franco Battaglia, 7 gennaio 2025
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